VITA

VINO E...DEFICIT E DEBITO DEGLI ITALIANI NEL BILANCIO DEL GOVERNO

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Di Giampietro Comolli

Moody's conferma il rating Baa3 e alza la prospettiva del Paese Italia a stabile, dal 2018 non succedeva, addirittura dal 2011 siamo precpitati nella "testa" dei finanzieri dimenticando la AAA del 1986.

Il bilancio di responsabilità paga, dicono, con un debito annuo più basso degli ultimi anni. Il grosso rischio di quando la purga troika impose lacrime e sangue alle famiglie di Portogallo, Spagna e soprattutto Grecia è scansato, alla faccia di tante cassandre.

Piace, o almeno appare, una prova di patto di stabilità alla italiana che da qualche certezza e sicurezza ad investire in Italia anche nel 2023, 2024, 2025. Molto dipenderà dal successo dei soldi del Pnrr, ma anche molto dalle riforme dello Stato. Purtroppo non c'è stato il coraggio di fare una spending review nel settore pubblico... rimarcano 3 commissari UE tra cui il nostro Gentiloni.

Qualcosa dovevano dire! Ma appare più come un messaggio positivo e propositivo che negativo, anche alla luce di un Mes modificato in approvazione nel 2024. Felice la Germania di Scholz. Il prossimo passo del governo Meloni, per dare un forte segno di disconinuità, restano le riforme, la spending review, l'abbassamento del deficit grazie al Pnrr, fatto salvo una nuova politica dei tassi.

La Bce ha seguito malamente la Federal Reserve nel rialzo dei tassi come unica mossa per abbassare l'inflazione. Negli Usa l'inflazione è stata dettata da speculazioni monetarie finanziarie e strutturali, mentre in Europa è stata determinata da fattori economici, dipendenza produttiva, carenza di materie prime e da modelli strumentali di ordinaria economia domestica.

Ovvio che in Usa i ricchi abbiano pagato uno scotto maggiore, mentre non è ovvio (quindi voluto) che in UE fossero tutti a pagare in modo lineare ovviamente colpendo soprattutto i più deboli, i meno ricchi ... cioè tutti coloro che giornalmente devono toccarsi in tasca prima di spendere e soprattutto chi ha un bilancio famigliare con il 70/80% già impegnato a priori in sopravvivenza quotidiana.

Ovvio che un mutuo (quasi raddoppiato nell'arco di 18 mesi da 390 a 625 euro al mese in media) ha fatto sprofondare nel baratro, in aggiunta ai costi finali di prodotti a monte e a valle di uso comune. Questo ha determinato in Italia (dal 2022) un calo della spesa in beni primari fra il 12-26% a livello nazionale, più al nord che al sud. La decisione "elementare basica" della Bce per bloccare l'inflazione ha fortemente impoverito gran parte della borghesia e i già poveri, senza nulla in cambio.

Il Governo nel tentare di aiutare i più deboli ha dovuto rinunciare a altre voci di crescita e di spesa sicuramente necessaria! Vedi sanità, sicurezza e scuola. Non ha neanche colpito le rendite di posizione private e pubbliche, anche se ci ha tentato. Anche la "bolla" del 110, spesso diventato un costo reale del 300% per la collettività nazionale, ha creato un costo obbligato. Manca liquidità. Altri interventi in europa sarebbero stati più conformi e utili.

Ovvio che anche il vino e il cibo siano entrati nella tenaglia degli alti costi . Qualche esempio. In cantina una etichetta che si pagava 4 euro a dicembre 2021 non scontata, oggi io stesso l'ho pagata (scontata eccezionalmente del 10%) 7,25 euro. Una altra etichetta, molto nota di bollicine, che acquistavo come campionature di valutazione per importatori, esportatori, grossisti, editori di guide, gruppi associati, gda a 15 euro, la stessa oggi l'ho pagata 21,50 euro.

Per non parlare del cibo al supermercato: un chilo di kiwi da 2,90 a euro 4,50, un pacco di biscotti di nota marca nazionale, stesso peso e tipo, da 2,20 a euro 3,70. Ringrazio il mio acquaiolo che dopo 2 anni mi porta a casa l'acqua minerale ancora a 6 euro a cassa. All'osteria pagavo 24-28 euro a pranzo, oggi lo stesso menu con vino sono 40-42 euro a testa. Per non parlare di bollette luce-gas-acqua e di pieno di benzina. Certe scelte immediate e palliative non servono.

Indennizzi e sussidi risolvono criticità immediate, ma se il problema economico famigliare perdura un altro anno o poco meno, il rischio di un profondo crollo della spesa è molto reale. In Germania e in Inghilterra, per motivi diversi, è già in atto una situazione di passi indietro forti perchè anche i risparmi e le proprietà private sono molto minori.

Ma questo non vuol dire che una patrimoniale sia la soluzione del problema. Certo che oltre certi limiti di reddito e di utili, se dettati da condizioni esterne all'impresa, devono essere tassati ad hoc occasionalmente. E' il classico esempio che in una crisi economica c'è sempre chi straguadagna per condizioni di posizione e di rendita statica senza fare investimenti e senza nuova occupazione.Meno male che almeno il tasso di disoccupazione è calato ma a scapito degli stipendi sempre fermi o leggermente in crescita grazie a rinnovi contrattuali.

Va bene rimpinguare la busta paga di chi svolge attività sociali e civili utili, ma resto sempre della mia idea di vecchio economista. Incrementare gli stipendi oltre 5/6000 euro netti al mese non fa bene alla società: per migliorare i consumi, per far circolare danaro, per non far crescere inflazione è molto meglio intervenire su stipendi da 1000 a 3000 euro netti al mese perchè aumentano le spese per soddisfare servizi.

Quindi non si crea né inflazione nè recessione, ma aumenta il Pil. Quindi migliori conti pubblici. Meno interessi sul debito. Tassi in calo su mutui e prestiti. Meditiamo tutti. Non è il caso di attacchi incondizionati a destra e a sinistra!

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