Ritrovata la testa della sfinge
Più nota con il nome di Corpo di Napoli, la statua si trova nell'antico centro della città partenopea, a ridosso della Cappella Pignatelli, nella piazzetta omonima.
Fu eretta tra il II e III secolo d.C. quando nella Napoli greco-romana si stabilirono numerosi egiziani, per lo più commercianti provenienti da Alessandria; le colonie vennero soprannominate le 'nilesi', in onore del vasto fiume egiziano.
Gli Alessandrini decisero così di erigere una statua che ricordasse il Nilo, rappresentandolo come divinità portatrice di prosperità e ricchezza. Dopo un lungo periodo di oblio, la scultura fu ritrovata acefala verso la metà del XII secolo: a causa dell'assenza della testa, che non permise un'identificazione certa del soggetto, fu interpretata erroneamente come la statua di un personaggio femminile, per via della presenza di alcuni bambini, in realtà putti, che sembrano allattarsi in seno alla madre.
L'opera, secondo le cronache antiche stava a simboleggiare la città madre che allatta i propri figli e da qui nacque il toponimo Corpo di Napoli, dato al largo dove è tuttora ubicata. Il primo restauro arrivò solo nel 1657 quando lo scultore Bartolomeo Mori integrò la statua, restituendole l'originale connotazione, con la testa di un uomo barbuto.
Sparita negli anni cinquanta del Novecento, la testa della sfinge è stata ritrovata in Austria dai carabinieri del nucleo specialistico durante un'azione di monitoraggio di mercati e collezioni internazionali.