Altaroma, fra nouvelle couture e mondanità

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Cala il sipario sulla 24esima edizione della kermesse capitolina AltaRoma, la manifestazione tricolore dedicata alle collezioni per la primavera-estate 2014 e votata all'esaltazione dell'artigianalità e dell'eccellenza dell'alta moda italiana e della demi-couture, promossa e fortemente voluta da Silvia Venturini Fendi.

Già da alcune stagioni la stilista e imprenditrice discendente dalla grande dinastia dell'alta pellicceria e pelletteria italiana famosa per aver lanciato nel 1997 la borsa Baguette, dirige e sostiene con entusiasmo e competenza in qualità di presidente, AltaRoma e la sua articolata fashion week.

Questa mondanissima rassegna di perizia manuale, oltre a rinverdire gli antichi fasti della haute couture sulle sponde del Tevere, offre una vetrina di rilievo alle voci più innovative del panorama della creatività italiana e internazionale che poi troveranno spazio in fiere importanti come il White di Milano e il Tranoï di Parigi, solo per citarne due delle più prestigiose, per poi calcare le passerelle più importanti del mondo.

Il calendario nutritissimo, composto da 23 sfilate e 20 eventi suggestivi come il salone Room Service e il concorso dei migliori video-makers di moda internazionali organizzata dalla blogger Diane Pernet, ideatrice di ASVOFF (acronimo per A Shaded View on Fashion Film).

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Si è distino anche A.I. Artisanal Intelligence, curata da Clara Tosi Pamphili e Alessio de Navasquez che per questa edizione con la mostra "From Costume to Couture" hanno aperto i cancelli esclusivi del tempio della sartoria Farani, specializzata nella realizzazione dei grandiosi costumi disegnati da nomi del calibro di Danilo Donati e Franca Squarciapino per registi come Pasolini e Fellini.

AltaRoma si conferma così e si impone come incubatore di nuovi talenti e come prezioso laboratorio di ricerca di quell'avanguardia di cui tanto si lamenta all'estero la carenza nel bel paese. Il mantra di AltaRoma infatti è la sperimentazione e la semplificazione assolute che dal 25 al 27 gennaio ha tenuto banco fra le sale di S. Spirito in Sassia e i palazzi più belli e scenografici della capitale.

Imperativo categorico: proporre nuove forme, preferibilmente geometriche e scultoree ma anche molto leggere, nel solco di una nouvelle couture, più giovane e spensierata che possa essere anche, ci si augura, più portabile.

Sulle collezioni di haute couture di Sarli, Gattinoni e Sabrina Persechino, che ha scelto il Maxxi di Zaha Hadid come scenografia delle sue creazioni mutuate dall'architettura di Jean Nouvel e dalle strutture reticolari del Ponte-Padiglione di Saragozza, spira una brezza di sartorialità evoluta, in progress, come un cantiere di grande innovazione.

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E proprio nel cantiere del nuovo Centro Congressi dell'Eur ribattezzato "Nuvola" e progettato da Massimiliano e Doriana Fuksas, ma non ancora completato, hanno sfilato le vaporose toilette di Guillermo Mariotto per Gattinoni, lineari nelle forme come gli chemisier da sera, impreziosite da ricami studiati al Computer, dai gioielli di Gianni De Benedittis, e dal cotone macramè in toni pastello.

Sono colori rubati alle tele di Monet, le stesse esposte nella mostra romana "Le gemme dell'Impressionismo" come il verde acqua e il mauve ma anche il ciclamino, quelli che tingono gli eterei abiti a calla di Sarli che rivangano il tema circolare caro al maestro Fausto Sarli, capostipite della maison di via Gregoriana la cui sfilata si apre (e non si conclude come è consuetudine) con un abito nuziale che ha richiesto 20 giorni di lavoro.

Gli abiti grafici e sontuosi di questa collezione disegnati da un team di stilisti molto giovani e abbelliti da virtuosismi di ramages e broderies botaniche su organza e cadì e da tagli a tulipano, inaugurano il nuovo percorso estetico della maison, controllata da Vanitex e che attualmente fa capo per il 67,3 % delle quote all'azienda Chimera di proprietà dell'imprenditore aretino Massimo Anselmi.

Da anni la sua famiglia crea alcuni sofisticati accessori per Balmain, Lanvin e Dior: tutti i gioielli sbalzati dalle forme floreali come quelle di un quadro botticelliano oltre alle scarpe e alle borse del défilé, sono stati realizzati proprio nei laboratori satelliti di Chimera.

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Sarli sta per debuttare nel ready to wear che sarà presentato a Milano durante la prossima fashion week femminile: gli fa eco Renato Balestra, anch'egli impegnato nel nuovo progetto industriale di prêt-à-porter e che nella sfilata di alta moda ha riversato la sua passione per le cromie vibranti degli uccelli del Paradiso.

Cromatismi tropicali accendono le mise habillé che seguono con eleganza le curve femminili, dalle giacche di crespo macramè verde menta agli abiti monospalla arricchiti da scie luminose di cristalli fino al fourreau più spettacolare che riproduce su fondo nero le sagome di un uccello lussureggiante fino a svelare quasi un'intera gamba.

E' un arcobaleno di raffinatezza anche la collezione di Raffaella Curiel che apre lo show con abiti di gusto esotico le cui fogge ricordano i costumi tipici delle donne cambogiane. La sfilata è un viaggio immaginario dall'Himalaya alla Cina, con un tripudio di rosa carichi, di rossi intensi di inusitata sensualità ed eleganti sandali infradito di nuova concezione ideati dalla figlia della stilista, Gigliola Curiel.

Clio Napolitano, Marisela Federici e Maria Pia Fanfani applaudono anche i magnifici gioielli di Gerardo Sacco che, fra gli altri, ha lavorato con la costumista Irene Sharaff artefice del guardaroba di scena di Liz Taylor nel kolossal "Cleopatra".

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Degni di nota anche i modelli di Jamal Taslaq che ha imboccato anch'egli la strada di una couture più incline alla direzione di un prêt-à-porter sartoriale con una ridda di flessuosi tailleur dalla silhouette anni'80.

Per fare le ore piccole lo stilista orientale si ispira alla chiave di violino e alle note del pentagramma ricamate sui suoi abiti in cadì che rievocano un'arpa dorata. La nuova vedette delle passerelle romane è Anta Fall, sensuale e conturbante venere nera.

Prima o poi forse finirà anche lei nell'obbiettivo del talentuoso Toni Thorimbert e di Giovanni Gastel che nella mostra "Doppio gioco" di scena alla Galleria "Il Cembalo", hanno esposto alcuni dei loro scatti più belli.

Memori di un'epoca in cui, come dice Gastel, nipote di Luchino Visconti, "La moda era avvincente perché era sinonimo di progettualità sempre protesa verso il futuro". Sic transit gloria mundis?

Tullio De Paolis

Credits: ph. Raffaele Soccio, Luca Sorrentino, Luca Latrofa, Gianni Catani.

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