FLOS OLEI 2023, È ISTRIANO IL FRANTOIO DELL'ANNO
di Giuseppe Casagrande
"Flos Olei" 2023, la Bibbia degli oli extravergine del mondo, ha premiato il frantoio Mate di Aleksandra Vekic. Gli altri Oscar: l'Italia vince la sfida nel tradizionale derby con la Spagna.
L’olio extravergine di oliva italiano, uno dei fiori all’occhiello del BelPaese, si conferma ancora una volta superstar in campo internazionale assieme agli oli extravergine della vicina Istria. Lo ha ribadito la Guida "Flos Olei 2023", la più importante pubblicazione dedicata ad uno dei prodotti simbolo della dieta mediterranea. Curata da Marco Oreggia e Laura Marinelli con la collaborazione di un panel di esperti assaggiatori internazionali, la guida "Flos Olei", termine latino che significa il fiore dell'olio, quest’anno è stata realizzata in tre versioni: italiano-inglese, italiano-cinese e italiano-spagnolo.
Considerata la Bibbia degli oli extravergine, un vero e proprio atlante mondiale dell'olio, la guida (896 pagine) recensisce le cinquecento migliori aziende olivicole dei cinque continenti. In totale la giuria ha assaggiato 879 campioni provenienti da 56 Paesi e ha selezionto 754 etichette meritevoli di un giudizio di merito.
Tra i 56 Paesi presenti nella Guida una "new entry": l'Eritrea
Tra i Paesi presenti vi è una "new entry": l’Eritrea, uno degli stati più giovani del continente africano, avendo ottenuto l’indipendenza nel 1991. Qui l’olivicoltura è ancora ad uno stato embrionale, ma le premesse sono incoraggianti in particolare dopo la messa a dimora sugli altopiani di alcune varietà importate dalla Tunisia: l'Arbequina, la Koroneiki, la Coratina, l'Arbosana, la Persia, la Shotoui. Le prime due non solo hanno fruttificato, ma hanno dimostrato un ottimo potenziale di resa produttiva nonostante le pratiche agronomiche siano ancora primitive.
Altri esperimenti sono in corso per studiare le potenzialità degli olivi che crescono spontaneamente. In conclusione, le energie impiegate per introdurre le cultivar di olivo e promuovere lo sviluppo di una coltivazione locale suggeriscono non soltanto che la cosa è possibile, ma che potrebbe contribuire al fabbisogno nutrizionale della popolazione, al suo radicamento nel paese e ad una generale ripresa economica. Ma occorrono nuove ricerche, più specifiche e accurate, con rigorosi monitoraggi sulle cultivar più promettenti, per realizzare l’obiettivo e raggiungere così i risultati sperati.
L'appassionante derby Italia-Spagna per l'assegnazione degli Oscar
Anche quest'anno si è giocato un derby appassionante tra Italia e Spagna, una autentica sfida tra i più pregiati oli extravergine del mondo. L'ambitissimo Oscar come "Migliore Olio Extravergine di Oliva dell’Anno" è stato assegnato al Frantoio Giovanni Batta (Umbria) con l'olio Dop Umbria Colli del Trasimeno da agricoltura biologica. Resta invariata la lista della "Hall of Fame": sono i magnifici otto oli del mondo premiati con il massimo dei punteggi: 100 centesimi, ovvero la perfezione assoluta.
Nell'Olimpo sono presenti cinque aziende tricolori: l'Azienda Agricola Comincioli (Lombardia), il Frantoio Bonamini (Veneto), il Frantoio Franci (Toscana), l'Azienda Agraria Viola (Umbria) e Americo Quattrociocchi (Lazio). Tre quelle iberiche: Casas de Hualdo (Castilla-La Mancha), Castillo de Canena e Aceites Finca la Torre (Andalucía).
Riconoscimenti anche a Croazia, Grecia, Sudafrica, Brasile e Cile
Aleksandra Mate Vekic con lo chef stellato sloveno Tomaž Kavčič.
L’Italia ha conquistato anche alcuni dei premi più importanti: ben nove dei venti riconoscimenti "The Best". Gli altri undici riconoscimenti sono così distribuiti: cinque alla Spagna e uno rispettivamente a Croazia, Francia, Grecia, Sudafrica, Brasile e Cile.
Le aziende italiane inserite nelle varie categorie della "The Best" sono: Conventino Monteciccardo, Frantoio Giovanni Batta, Terraliva, Frantoi Cutrera, Tenuta Zuppini, Olio Mimì, Azienda Agricola Cosmo Di Russo, Frantoio Ranchino, Sabino Leone.
Due dei quattro "Special Award", destinati a chi l’olio non lo produce, ma lo promuove e lo diffonde, sono italiani: alla Pizzeria Salvo va il premio "Il Ristorante dell’Anno", mentre la Comunità di Sant’Egidio si aggiudica il "Premio Speciale Cristina Tiliacos", una dedica che sottolinea la connotazione di pace e inclusione profondamente connessa con una pianta e un frutto così preziosi.
Premiata l'azienda green francese "La Magnanerie" di Eric Martin
Uscendo dai confini nazionali, Flos olei 2023 ha assegnato l'Oscar di "Frantoio dell’Anno" ad un'azienda istriana, Mate, di Aleksandra Vekic (Umago-Zambrattia, località ad un tiro di schioppo da Trieste) per l'eccellenza di uno dei suoi prodotti simbolo: il Timbro Istriano. Premiata altresì con il riconoscimento "Azienda Green" l'azienda francese "La Magnanerie" di Orgnac l'Aven, nel dipartimento dell'Ardèche (regione dell'Alvernia-Rodano-Alpi). Un'azienda biologica di 26 ettari con 8 mila piante d'olivo che Eric Martin conduce con criteri improntati alla sostenibilità ambientale. Gli altri due "Special Award" sono stati assegnati ad Hippie House (Danimarca) "Importatore dell’Anno" e a Cécile Le Gaillard (Francia), "Giornalista dell’Anno".
Regina dell'olio istriano si conferma Aleksandra "Mate" Vekic
La regina dell'olio istriano Aleksandra Mate Vekic con il nostro Giuseppe Casagrande.
Anche quest'anno regina dell'olio istriano (e non solo) si è confermata Aleksandra Mate Vekic, imprenditrice illuminata, che guida con successo l'azienda biologia e il frantoio di famiglia a Zambrattia (siamo a pochi chilometri da Trieste), nella insenatura tra Punta Salvore e Daila. Quest'anno è stata premiata per l'eccellenza dell'extravergine "Timbro istriano", un olio fruttato dal colore giallo dorato, ma con spiccate tonalità verdi. Al naso è ricco di sentori di erbe falciate, carciofo, cardo selvatico, cicoria di campo, rosmarino e menta.
Al gusto è deciso, con quella nota piccante e amarognola che caratterizza i grandi extravergine. La componente vegetale, balsamica e ammandorlata ci ricorda le Malvasie dell'entroterra istriano. Oltre al "Timbro istriano" (da olive della varietà Frantoio), l'Oleificio Mate produce altri tre cru: il Trasparenza Marina (da olive biologiche Leccino e Pendolino), il Bianca Bellezza (da olive autoctone biologiche Istarska Bjelica, Bianchera) e l'Organic Viola Tonda (da olive autoctone istriane).
Un passato glorioso ricordato da Plinio il Vecchio e da Marziale
La visione imprenditoriale di Aleksandra ha consentito all'olio istriano di tornare ai fasti del passato. Un passato glorioso come ci ricordano Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia, che paragonava l'olio istriano, in termini di eccellenza qualitativa, alla Betica (l'odierna Andalusia) e il poeta latino di origine spagnola Marco Valerio Marziale che eguagliava la fertile Cordova all’olio contenuto nelle anfore istriane: «O Cordova, tu che sei più fertile dell’oleosa città di Venafro e non meno perfetta dell’olio dell’Istria.»
Va ricordato altresì che sotto il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia l'olio istriano costituiva la primaria fonte di introiti per il governo dei Dogi, che imponeva ingenti gabelle. Da secoli, dunque, l'Istria è quanto mai vocata alla coltivazione dell'ulivo. Oggi, dopo il declino registrato durante la prima e seconda guerra mondiale e durante le recenti guerre nei Balcani, con l'ingresso della Croazia in Europa si registra un vero e proprio boom. Lo testimoniano i nuovi impianti che affiancano quelli secolari e la nascita di nuovi frantoi.
Nuovi territori, nuovi player, ma le frodi sono sempre dietro l'angolo
Laura Marinellie Marco Oreggia, curatori della Guida "Flos Olei".
La molteplicità di Paesi rappresentati nella guida conferma la "mission di Flos Olei: quella di allargare lo sguardo sul panorama olivicolo mondiale che si dimostra sempre più ricco di nuovi player e di territori in grado di proporre alta qualità. "La classifica registra diverse conferme, ma anche interessanti novità - hanno detto i curatori Marco Oreggia e Laura Marinelli - a dimostrazione della dinamicità dell’intero comparto. Per noi di Flos Olei è fondamentale essere sempre al passo con i tempi, spesso anticipando le tendenze e indicando il percorso ai neofiti del settore.
È grazie al lavoro che tutti noi svolgiamo, dai produttori ai divulgatori, che il comparto olivicolo sta guadagnando sempre più notorietà, ma il percorso è ancora lungo. Puntiamo, per il futuro, a un’ulteriore sensibilizzazione da parte della politica nei confronti del nostro mondo, in particolare per quanto riguarda la ancora troppo carente legislazione che lo disciplina e la necessità di un potenziamento delle norme antifrode."