ADDIO FRANZ HAAS, RE DEL BLAUBURGUNDER, IL MITICO PINOT NERO DELL'ALTO ADIGE
di Giuseppe Casagrande
Franz Haas, il re del Blauburgunder altoatesino
Il mondo del vino piange l'improvvisa scomparsa dell'erede di una storica dinastia (sette generazioni) di vignaioli altoatesini. Aveva 68 anni. Le sue sperimentazioni, la sua filosofia, la scelta del tappo a vite.
Era il re del Blauburgunder altoatesino, ovverosia il Pinot Nero, il più ostico, capriccioso, difficile, ma se vinificato con sapienza, il più grande vino rosso del pianeta. E lui quest'ambizione di creare il miglior Pinot nero del mondo l'aveva coltivata ancora in tenera età dopo aver ereditato dal papà, un Franz anche lui, il timone dell'azienda fondata nel 1880 dai bisnonni in quel di Montagna di Egna. Ieri, improvvisamente, Franz Haas ci ha lasciato stroncato da un infarto mentre era in funivia con il figlio. Aveva 68 anni. Lo piangono la moglie Luisa Manna, il figlio Franz VIII e la figlia Sofia.
Franz Haas, il re del Blauburgunder altoatesino
La sua è stata una vita dedicata al Pinot Nero, vitigno nobile, ma scontroso. Un vitigno che Franz studiava con i piedi saldamente ancorati nella tradizione, ma guardando al futuro con il gusto della sperimentazione e la curiosità di chi sa che non ci si deve mai fermare nella vita. Prove di coltivazione di nuovi cloni, di vinificazione e di affinamento hanno tracciato il suo percorso professionale: sono ben 592 si legge sul sito ufficiale dell'azienda i Pinot Nero da lui vinificati. Una ricerca continua, spasmodica, della perfezione da raggiungere attraverso la sperimentazione di diversi cloni, attraverso numerose prove di vinificazione e di affinamento, ma soprattutto da raggiungere attraverso l'amore per il territorio, curando i vigneti in modo naturale, usando solo sostanze organiche con profondo rispetto per l'ambiente e la natura.
Vigneti in quota tra Egna e Aldino fino a 1.150 metri
I vigneti dell'azienda (55 ettari parte di proprietà, parte in affitto) si estendono tra i 400 e i 1.150 metri di altitudine tra Egna, Montagna, Trodena, Aldino, con una escursione extra moenia in Trentino, precisamente a Isera. Vigneti che, grazie alle diversità dei terreni, calcarei, argillosi, porfirici, danno vita ad una moltitudine di intriganti espressioni nel bicchiere. Sul sito dell'azienda campeggia uno slogan che riassume la filosofia di Franz Haas: "Dopo 40 anni di domande e 20 anni di sperimentazioni ho fatto la mia scelta perché desidero che tutto il nostro lavoro, i giorni e le notti che dedichiamo al nostro prodotto, si concludano sempre con un vino all'altezza del nostro impegno e delle vostre aspettative. Questo è il mio cerchio perfetto: dalle viti fino all'ultimo giro di vite".
Franz Haas, il re del Blauburgunder altoatesino
Non temeva le sfide: l'innovazione del tappo a vite
A proposito di "giro di vite", proprio il tappo a vite è stata una delle sue recenti innovazioni. Franz Haas non temeva le sfide perchè per lui il vino era sinonimo di vita. Ricordo le "prove di botte" in azienda quando affidava agli amici winelover, sommelier, giornalisti i giudizi su determinati vini, le "verticali" di annate diverse, le appassionate discussioni a tavola. Il suo tratto distintivo era, oltre ad una innata signorilità, la sensibilità, ma anche l'umiltà nel saper cogliere le sfumature. Ricordo i confronti con altri vignaioli. Ricordo la lungimiranza di aver puntato negli anni Novanta sul mercato italiano quando quasi tutte le aziende altoatesine puntavano sul mercati di area tedesca.
L'incontro con l'artista trentino Riccardo Schweizer
Altra tappa importante nella storia dell'azienda fu l'incontro con l'artista trentino Riccardo Schweizer che, impregnato della cultura di Picasso, Chagall, Cocteau, Le Corbusier, disegnò fin dalla prima uscita nel 1987 le etichette dei vini dell'azienda. Sono autentiche opere d'arte. Con l'annata 2017 il Pinot Nero Schweizer, a lui dedicato, compie 30 anni e veste un'etichetta rivisitata che ritrae uno degli ultimi lavori realizzati dall'artista prima della sua scomparsa nel 2004.
Al suo fianco Luisa Manna, la sua musa ispiratrice
Franz Haas con la moglie Luisa Manna
Nel promuovere i suoi vini Franz Haas ha avuto al suo fianco Luisa Manna, la sua musa ispiratrice cui ha dedicato uno dei vini iconici dell'azienda: il Manna Bianco, un blend di Riesling, Chardonnay, Gewurztraminer, Kerner e Sauvignon. Altri gioielli della casa, oltre naturalmente ai mitici Pinot Nero (Pònkler e Schweizer) sono il Pinot Bianco Lepus, il Sauvignon, il Gewurztraminer, il Moscato Giallo, il Moscato Rosa Schweizer, il Petit Manseng, il Lagrein e lo spumante Riserva Blanc de Noirs Pas Dosè. Il futuro ora è nelle mani del figlio Franz VIII, della figlia Sofia e della moglie Luisa che recentemente ha coronato il sogno di realizzare un proprio esclusivo resort 5 stelle a Montagna. Un bijou. Nel frattempo, in attesa delle nuove etichette, lassù Franz VII si diletterà a discutere e a litigare di vino con l'amico Giorgio Grai scomparso a Bolzano nel 2019. Buone discussioni, amici. Alzate al cielo i calici di Bacco.