Mastroberardino: l’eccellenza italiana del vino si racconta con il cinema
Mastroberardino, azienda vinicola tra le più antiche e prestigiose d'Italia, inaugura un nuovo modo di raccontare la cultura del vino e il suo affascinante processo di creazione.
Lo fa con il linguaggio classico e nello stesso tempo profondamente contemporaneo del giovane regista Nicolangelo Gelormini che ha già all'attivo collaborazioni con Paolo Sorrentino e Luca Ronconi ed è altresì autore dell'ultimo video musicale di David Lynch.
Con il suo stile lineare, Gelormini ha saputo tradurre in immagini, e secondo le più moderne tecniche dello storytelling, la storia "di creazione, arte e sofferenza" che Piero Mastroberardino intendeva raccontare.
Una piccola rivoluzione espressiva che il Presidente dello storico marchio campano ha voluto affidare a un giovane talento del nostro cinema: investendo su di lui, Mastroberardino vuole anche lanciare un segnale importante a favore delle menti creative del nostro Paese che, nelle sue parole, "bisogna lasciar esprimere, in uno scenario culturale che prescinde da confini territoriali".
Dopo la presentazione presso il museo Madre di Napoli – evento ad invito organizzato dall'azienda che si terrà venerdì 27 marzo alle ore 19 alla presenza di Piero Mastroberardino, Presidente della Mastroberardino, di Nicolangelo Gelormini, regista, e di Rocco Moliterni, giornalista del quotidiano "La Stampa" – il video Sentieri di Vite diventerà contenuto fruibile attraverso i QR code apposti sulle confezioni dei celebri vini campani: basterà uno smartphone per poterne godere.
"Ho deciso di collaborare con Nicolangelo Gelormini perché ho trovato in lui una sensibilità atta a cogliere e interpretare la mia esigenza di raccontare il vino in modo diverso – spiega Piero Mastroberardino – attraverso il linguaggio cinematografico ed evitando di ripercorrere le modalità espressive tipiche del mio settore, che utilizza canoni estetici ripetitivi e spesso obsoleti".
Concetti che emergono con forza nel cortometraggio di Gelormini: le sue immagini percorrono il ciclo della vite che propone con ossessionante periodicità, nei secoli, un percorso apparentemente ripetitivo, eppure sempre unico e non replicabile, poiché diverse sono le condizioni ambientali intorno, momento per momento, giorno dopo giorno, stagione dopo stagione.
È da questo fluire inarrestabile di eventi che la vite – esposta ad agenti estremi, al gelo dell'inverno come alla calura estiva, a momenti di mite contemplazione di un cielo tiepido e a folate di vento e di acqua, e di neve – genera e rigenera la vita.
E quanto più è sofferto quel cammino, tanto più unico e sublime e gratificante sarà il suo frutto.
Non casuale è dunque la rappresentazione simbolica del vino come sangue della terra, simbolo di passione nel suo duplice significato di sofferenza e di sentimento intenso, impetuoso.
Piero Mastroberardino non è del resto nuovo a incursioni nell'ambito artistico-culturale, sia a livello personale che aziendale. Come scrittore pubblica infatti nel 2011 il suo primo romanzo Umano errare, nel 2014 presenta la raccolta di poesie All'origine dei sensi e il romanzo Giro di vite.
Ma è anche promotore di attività culturali nel suo territorio d'origine, quello aspro dell'Irpinia, con iniziative legate ai diversi linguaggi della cultura contemporanea.