Rapporto FareAmbiente, più visitatori nei musei ma personale da formare
Nel 2014 i visitatori dei musei italiani sono stati 40.287.393 con un aumento di 2.355.687 di presenze, pari al 6,2%, rispetto al 2013 per un introito totale si 134.860.105 euro, 8.784.486 in più corrispondente al 7% rispetto all'anno precedente.
Gli ingressi gratuiti invece sono stati 21.346.214, più 5% del 2013 per un totale di 987.067 visitatori. I mesi di maggior incasso sono stati agosto settembre e dicembre. Questo emerge dall'annuale rapporto, redatto da FareAmbiente, sullo stato dei musei italiani presentato presso la sala stampa della camera dei deputati.
Il dossier, curato dall'avvocato Francesco Della Corte, membro dell'esecutivo nazionale dell'associazione, e dalla professoressa Anna Zollo, analizza i punti di forza, le potenzialità e le criticità del sistema museale italiano.
L'indagine prende spunto dai dati forniti dal ministero dei beni culturali e da un'indagine effettuata su un campione di 1.700 visitatori, italiani e stranieri, che hanno lasciato la loro e-mail nelle biglietterie dei musei, ai quali nel periodo compreso tra l'ottobre del 2014 e il marzo 2015, è stato somministrato un questionario contenente domande specifiche sulle strutture appena viste.
Uno dei dati che più salta all'occhio nel rapporto, è l'exploit della Calabria che ha quasi decuplicato gli introiti passando dai 45.583 euro del 2013 ai 477.460 del 2014 mentre il Lazio con 18.389.902mila visitatori per un totale di 58.157.250,50 euro resta la regione con maggiore affluenza turistica con un incremento del quasi 5% sugli introiti.
Dall'indagine conoscitiva effettuata tramite test invece, emerge che il 35% degli intervistati ritiene che i beni culturali stranieri siano di meno di pregio rispetto ai nostri ma più valorizzati. Il 65% invece si dice abbastanza soddisfatto della visita del sito prescelto, 20% per nulla e solo il 10% è molto soddisfatto della sua visita.
Questa parziale insoddisfazione è determinata per lo più dallo scarso livello dei servizi. Il 46% si dice insoddisfatto, il 44% abbastanza insoddisfatto. Le principali lacune sono state individuate nella scarsa professionalità ma, anche per la scarsa pulizia dei servizi igienici.
La insoddisfazione è dovuta nel complesso alla gestione dei siti. Il 55% afferma che i beni culturali sono poco valorizzati, il 29% sono sottoutilizzati, per ben il 12% sono gestiti male, e solo il 4% ritiene che sono utilizzati la meglio.
In netta diminuzione i furti, -10%, che scende fino a -24 se paragonati al 2012, cospicuo aumento invece degli scavi clandestini scoperti (+20%), rilevante incremento di opere false sequestrate (+52%) e aumento delle persone denunciate per reati di danno del paesaggio. Al primo posto, tra le regioni più colpite c'è l'Emilia Romagna, seguita da Lazio e Toscana.
Il rapporto si conclude con una proposta molto innovativa, cioè quella di valorizzare il cosiddetto "ghost tourism" che nel mondo ha molti seguaci. Il ghost tourism consiste nel visitare paesi abbandonati detti quindi fantasmi. Il termine è stato coniato dal giornalista svedese Jan-Olof Bengtsson durante una visita alla città di Varosha a Cipro.
I paesi fantasma in Italia sono circa un migliaio, ma salgono a 6mila se si contano stazzi e alpeggi. In Spagna ne sono stati censiti circa 4.500. Negli Stati Uniti invece sene contano fino a 15mila.
FareAmbiente che tra i suoi obiettivi ha anche quello di valorizzare e tutelare i piccoli comuni si propone di redigere una proposta di Legge sulla riqualificazione e rifunzionalizzazione dei centri abbandonati sullo stile Usa, tale da farli diventare dei veri e propri open musen.
La proposta prevede di incentivare le comunità locali, che hanno abbandonato i paesi ma che ancora oggi hanno delle proprietà negli stessi, con un 50% di finanziamento per la messa a sistema di strutture turistico ricreative che siano a tema con l' identità culturale dell'area.