Da Slow Fish impegno corale a tutela del mare
«Se non cambiamo le regole dominanti del libero mercato provocheremmo effetti negativi sui contadini, i pescatori, gli operatori di tutte le realtà che producono cibo curando la qualità, la sostenibilità e la legalità. Se non si fa qualcosa vedremo la scomparsa di piccole realtà virtuose. È come liberare volpi in un pollaio».
Sono le dichiarazione del Presidente di Slow Food Carlo Petrini durante l'incontro "Le frodi dal mare alla tavola" che si svolto a Slow Fish, la manifestazione che si tiene al Porto Antico di Genova fino a domenica 17.
Tra gli effetti di un mercato impazzito che ha sempre meno attenzione per la qualità rispetto alla quantità infatti sono innumerevoli le occasioni di truffa, come ha ricordato il comandante dei Nas di Genova Gian Mario Carta.
Una chiamata alle armi rivolta certamente agli operatori della filiera, che hanno il dovere di svolgere il loro lavoro rispettando il mare, ma soprattutto ai consumatori.
«Finché non impareranno che nei nostri mari il gambero rosa non esiste e che le vongole scure sono buone e sane tanto quanto le chiare, il mercato continuerà a truccare il pesce e inquinare i mari.
Dobbiamo ricordarci che il pesce non è nostro, ma è un dono del mare, e come un dono, cioè con rispetto e gratitudine, va accettato e trattato», ha dichiarato Silvio Greco, Presidente del Comitato scientifico di Slow Fish.
Slow Fish non è nuova a denunce di questo tipo. Proprio da Genova due anni fa era stato lanciato l'allarme sul cafados, un additivo utilizzato per "ringiovanire" i prodotti ittici. Ma non ci si ferma solo al pesce, l'associazione della Chiocciola da sempre si batte anche legalmente per difendere e tutelare i diritti dei consumatori.
Al di là delle attività illegali, secondo Slow Food, il modo migliore per arginare frodi e contraffazioni è lavorare sulla consapevolezza dei consumatori educando le nuove generazioni a un modo nuovo di vedere il mare, in cui il pescatore è un elemento armonico dell'habitat, un anello di congiunzione naturale tra la ricchezza delle nostre coste, laghi e fiumi e le nostre tavole.
Una nuova rotta da battere è l'alleanza tra terra e mare, contadini e pescatori cui lavora il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, rappresentato dal sottosegretario Silvia Velo: «Stiamo mettendo in atto iniziative sistemiche per aumentare il monitoraggio del Mediterraneo, paradossalmente meno studiato e meno conosciuto di molti altri mari, andando oltre il limite delle 12 miglia indicate dalle direttive europee».
Non si risparmia nemmeno Coldiretti, che grazie al lavoro del comitato scientifico appena insediato spera di innescare un circolo virtuoso tra pescatori, mare e consumatori come già è riuscita a fare nel mondo contadino, che dopo anni di sofferenza si sta lentamente risollevando.
Un messaggio di speranza che il presidente Roberto Moncalvo ha voluto rivolgere direttamente ai pescatori presenti in platea: «Ci sono tanti problemi in questo periodo: per i pescatori di più. Però quella parabola positiva è possibile anche per loro. Le parole chiave sono sostenibilità e legalità».