Gender Bender 2015 a Bologna
Si annuncia la tredicesima edizione di Gender Bender, il festival ideato e diretto da Daniele Del Pozzo, dedicato alle rappresentazioni del corpo e delle identità di genere nella cultura e nelle arti contemporanee, che si svolgerà a Bologna dal 31 ottobre all'8 novembre 2015.
Gender Bender è prodotto da Il Cassero, il centro lgbt bolognese che da oltre trent'anni realizza progetti dedicati alle differenze di orientamento sessuale e identità di genere, sostiene l'autodeterminazione e mette in campo azioni di contrasto contro stereotipi e discriminazioni.
Il festival si apre con due importanti riconoscimenti. Da giugno è entrato a far parte di Effe, il circuito di festival internazionali di qualità scelti e consigliati dall'Europa per lo straordinario lavoro di ricerca e promozione culturale.
Oltre a questo, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha confermato per il secondo anno il suo appoggio al festival, inserendolo tra i principali progetti nazionali dedicati alla danza contemporanea.
Sarà quindi ancora la danza la protagonista di questa edizione, in un cartellone che comunque non tradisce la vocazione eclettica e multidisciplinare del festival, da sempre in dialogo con i linguaggi più diversi e le esperienze artistiche più innovative in ambito internazionale.
Grande danza, quindi, ma anche grande cinema, teatro, musica e incontri. Il tutto ben oltre i confini dei giorni di programmazione: all'interno di Gender Bender inaugura infatti anche la seconda edizione di Teatro Arcobaleno (www.teatroarcobaleno.webs.com ).
Il cartellone di spettacoli di teatro e laboratori per l'infanzia si apre con Gender Bender e prosegue fino a marzo 2016 nei principali palcoscenici per giovani e giovanissimi della città metropolitana di Bologna.
L'edizione di quest'anno apre a nuovi Paesi gettando uno sguardo curioso alla Cina, un luogo in cui, per storia e cultura, l'identità legata al genere innesca un dialogo serrato con la dimensione sociale in una maniera del tutto inaspettata, affermandosi in maniera vertiginosa come un osservatorio speciale sul paradigma dell'identità, del singolo e della intera collettività.
Ambasciatore privilegiato sarà il giovane coreografo Er Gao, che presenta al festival in prima assoluta il suo Disco-teca, un'indagine sul fenomeno della disco music, simbolo per eccelenza della cultura occidentale capitalistica da un lato, e dall'altro un fenomeno sociale con una forte capacità di rottura dei rigidi ruoli maschili.
Il rapporto tra individuo e società, e quello tra tradizione e innovazione, sono infatti le due principali chiavi di lettura di questa edizione.
Sul primo in particolare è scandito ad esempio lo straordinario dittico in prima nazionale che aprirà il Festival: la Sagra della Primavera di Igor Stravinsky, uno dei più popolari e rivoluzionari balletti del ventesimo secolo, si articola nel lavoro del coreografo danese Palle Granhøj in due distinte riletture di genere (Rite of spring extended e Rose) una completamente al maschile e l'altra al femminile.
Viene invece dalla Repubblica Ceca la straordinaria performance dei Dot504, Collettive loss of memory in prima nazionale: cinque danzatori e danzatrici eccezionali indagano nel compiacimento dell'essere umano a praticare la violenza.
La coreografa olandese Liat Waysbort mette in scena in Please me please un solo giovane danzatore: sarà lui a trasformarsi da uomo a donna, da oggetto di desiderio a soggetto desiderante, da ballerina a pornostar.
"Per essere completo, devi sdoppiarti": lo dice Rainer Werner Fassbinder nell'incredibile documentario Fassbinder: liebe ohne zu fördern realizzato dall'amico Christian Braad Thomsen che Gender Bender porterà sullo schermo del cinema Lumiére: un racconto intimo e del tutto inedito che attraversa le enormi contraddizioni di uno dei più grandi cineasti della storia.
Ancora una biografia eccellente nel film The law di Christian Faure, prima nazionale che racconta la vita di Simone Veil, l'innovativa ministra francese alla Salute che nel 1975 condusse nel suo Paese la battaglia per la legalizzazione dell'aborto.
Parla invece di Yvonne Rainer, l'artista lessica che nel 1966 rivoluzionò il mondo della danza moderna, il film Feelings are facts di Jack Walsh, prima nazionale.
E ancora: omaggio a George Takei, attore e attivista cinese, famoso per aver vestito i panni del timoniere Sulu nella celeberrima serie Star Trek, con il documentarioin prima nazionale To be Takei di Jennifer M. Kroot.
Tra i lungometraggi in programma lo spietato The Duke of Burgundy del regista inglese Peter Strickland, che racconta il metodico rituale feticista di due donne, nel quale il masochismo dell'una guida e impone il sadismo dell'altra.
È invece la comunità dei Legionari di Cristo del Messico a far da contesto allo scandalo di padre Marcial Maciel Degollado, allontanato dal ministero del sacerdozio per pedofilia, raccontato nel film in prima nazionale Perfect obedience di Luis Urquiza Mondragón.