ARQUÀ PETRARCA (PD), CALICI DI STELLE DAL 5 AL 7 AGOSTO
La Strada del Vino dei Colli Euganei organizza per il prossimo weekend tre magiche serate all'insegna dell'enogastronomia, della musica e della cultura
Sarà all'insegna dell'enogastronomia, della musica e della cultura il weekend (5-6-7 agosto) organizzato ad Arquà Petrarca dalla Strada del Vino dei Colli Euganei. Lungo le vie dell'antico borgo, uno dei più suggestivi d'Italia che deve la sua notorietà alla fama eterna di Francesco Petrarca, il poeta che qui visse in contemplazione gli ultimi anni della sua virta, 25 aziende vinicole e 15 espositori del food faranno scoprire ai visitatori tutto il gusto autentico dell'enogastronomia euganea. In programma degustazioni guidate, l'osservazione delle stelle con gli astrofili, musica e visite alla Casa del Poeta. Una mappa del borgo permetterà di trovare agevolmente i banchi d'assaggio e le postazioni food.
La manifestazione promossa dal Movimento Turismo del Vino e dall'Associazione Città del vino, vede protagoniste le cinque Città del Vino dei Colli Euganei: Vò, Baone, Rovolon, Cinto Euganeo e, naturalmente, Arquà Petrarca, il borgo medievale premiato tra i più belli d'Italia. Venerdì 5 agosto alle ore 19 i Sindaci dei 15 Comuni del Parco Regionale dei Colli Euganei inaugureranno l'evento in piazza Petrarca alla presenza delle Autorità della Provincia e della Regione. La partecipazione a Calici di Stelle Euganei ad Arquà Petrarca è libera e non richiede prenotazione anticipata.
In piazza l'arca sepolcrale del poeta con la dedica di George Byron
L'arca sepolcrale di Francesco Petrarca ad Arquà (Colli Euganei).
Nella piazza di Arquà, di fronte alla Chiesa di Santa Maria Assunta, vi è un grande sarcofago in granito: è l'arca sepolcrale di Francesco Petrarca. A lato una targa ricorda le parole che il poeta inglese George Byron gli ha dedicato: "C'è una tomba ad Arquà. Sollevate verso l'alto, su colonne , riposano le ossa dell'amante di Laura. Qui accorrono molti amici dei suoi ben intonati lamenti, come pellegrini che onorano il suo genio".
E affiancata al muro di un ex osteria da due secoli cresce un'antica vigna
Diego Tomasi e Giorgio Borin indicano l'antica vigna davanti alla tomba del Petrarca.
E proprio accanto alla tomba del Petrarca, nel muro dell'ex Osteria del Guerriero, cresce un'antica vigna - ci ricorda Renato Malaman - che da due secoli veglia le spoglie mortali del poeta. Nei giorni scorsi al Ristorante "La Montanella" di Arquà Giorgio Borin e il figlio Giuseppe hanno stappato le prime bottiglie di "Dorà", un vino bianco coltivato ai tempi della Serenissima Repubblica di Venezia e ottenuto dalle uve di Dorona. Un vitigno antico legato alla Laguna e alla storia di Venezia.
Dorona, il vino della Serenissima apprezzato dai Dogi fin dal XV secolo
Una delle 300 bottiglie numerate di "Dorà".
Il vino ottenuto, un bianco piacevolmente sapido, era apprezzatissimo dai Dogi fin dal XV secolo, per il gusto e il colore delle sue uve, appunto dorate. In Laguna questo vitigno è andato praticamente perduto durante l'alluvione del 1966, quando l'acqua ha ricoperto i terreni più bassi, distruggendo la quasi totalità dei vigneti veneziani. I pochi ceppi che si sono salvati, grazie alla naturale resistenza del vitigno alle acque salmastre, hanno permesso la recente riscoperta e reimpianto dello storico vitigno in particolare nell'isola di Mazzorbo, grazie soprattutto alla caparbietà di Gianluca Bisol. Non esistono molti esempi di vini prodotti in purezza con la Dorona. Le caratteristiche salienti sono le note fruttate e minerali. Un vino leggero, beverino, che ricorda la Garganega di Soave.
Giorgio Borin e Paolo Brunello hanno stappato le prime bottiglie di "Dorà"
Giorgio Borin con la moglie Biancarosa (Ristorante "La Montanella" di Arquà)
Sui Colli euganei, in particolare ad Arquà, è stato Giorgio Borin, patron del ristorante "La Montanella" a insistere con tenacia per la riproduzione e moltiplicazione di quell'antica pianta che cresce nel muro dell'ex Osteria del Guerriero. Ed è lo stesso Borin che si sta battendo, assieme al sindaco di Arquà, Luca Callegaro, per ottenere la tutela di quell'archetipo viticolo. Affascinante e misterioso. Il "Dorà" di Arquà Petrarca è frutto delle uve prodotte dalle 650 nuove piante che il titolare della "Montanella" ha ottenuto da talee di quella vite prefillosserica. Il vino lo ha realizzato Paolo Brunello, il violoncellista-contadino di Baone, innamorato delle vecchie viti e titolare dell'azienda "Vignale di Cecilia". Per ora 300 bottiglie numerate. In alto i calici. Prosit.
di Giuseppe Casagrande