Citroen C4 Cactus, l’auto che non c’era
Via il superfluo, resta il design. Il marchio francese inaugura una formula rivoluzionaria di vetture con motori piccoli, tanta razionalità e soluzioni innovative. Come le protezioni gommose sulle fiancate
di Alberto Caprotti
Finalmente. Riassumere con un avverbio il senso di un'autovettura al debutto è insolito, ma in questo caso rende esattamente l'idea.
In un mercato bloccato, annoiato e standardizzato da vetture sempre più simili tra loro e sempre meno emozionali (specie nel segmento delle medie), Citroën lancia finalmente qualcosa di veramente nuovo. Un'auto "facile", priva del superfluo, accessibile nel prezzo, vagamente ispirata ad una sua icona del passato (l'indimenticabile 2CV) e con tanti elementi di originalità distintiva. Insomma, un'auto che non c'era.
Eccola invece: la C4 Cactus originale lo è già nel nome e la sua unicità sta nella filosofia costruttiva, più che nelle forme. I fanali anteriori su due livelli le regalano uno sguardo aggressivo e insolito, mentre le ruote grandi e gli inserti protettivi in gomma nelle fiancate – si chiamano Airbump e rappresentano una vera rivoluzione estetica – le aggiungono le fattezze di un Suv di dimensioni contenute, ma con la linea liscia e pulita di una berlina.
La rivoluzione continua all'interno, dove la parola d'ordine è leggerezza. E risparmio. Su tutto, o quasi. In qualche caso in maniera geniale e privilegiando il design (il tetto in vetro ad alta protezione termica di serie ad esempio o le maniglie simili a quelle della valigie), oppure insistendo sul senso retrò (la seduta unica anteriore), o ancora eliminando tutto ciò che non è indispensabile.
Il risultato più evidente è quello della plancia, che non incombe più davanti a pilota e passeggero ma risulta minimalista e chic, liberata da tutti i tasti e le rotelle cui siamo abituati.
Ad iniziare dal contagiri, oggetto che specie su una berlina è francamente inutile. Il visore digitale rettangolare regala spazio solo all'indicatore della velocità, di olio, acqua e benzina, mentre tutti i comandi secondari sono concentrati sul touch screen da 7" al centro della plancia.
Tutto molto semplice e intuitivo, come i tre tasti circolari che sostituiscono la leva del cambio nella versione automatica. La razionalizzazione dei costi – operazione che Citroën preferisce definire, "mettere il valore dove conta per il cliente" – ha in verità qualche limite.
Lo schienale della panchetta posteriore non frazionabile, il volante non regolabile in profondità, i finestrini posteriori apribili solo a compasso (per non dire della mancanza dello specchietto di cortesia sotto l'aletta parasole del passeggero, dettaglio futile ma appunto per questo irrinunciabile), testimoniano la volontà di risparmiare sino al centesimo.
Ma anche che si tratta di una scelta consapevole e convinta, visto che a questi difetti non si può rimediare nemmeno pagando un sovrapprezzo.
La Cactus è così. Low-cost senza essere povera, confortevole senza essere un salotto, tecnologica ma accessibile a chiunque, brillante sull'asfalto senza essere un fulmine, anticonformista senza essere eccessiva. Certamente diversa, capace di catturare l'occhio e persino piacevole con quelle fiancate gommose in poliuretano termoplastico in contrasto con i colori della carrozzeria che non fanno solo estetica ma proteggono dai piccoli urti.
Per il resto motori piccoli, cilindrate ridotte e pesi diminuiti (200 kg in meno della C4 normale) che incidono positivamente sui consumi. Ecco il futuro, e non solo di Citroën. Ma la Cactus è già il presente, e non è un dettaglio da poco.
LA SCHEDA
Due diesel e 4 benzina. C'è anche per neopatentati. La C4 Cactus si affianca alla C4 "normale" ma è costruita sul pianale delle vetture più piccole del Gruppo Psa (quello cioè di C3 e Peugeot 208).
Concorrenti: Fiat 500L, Peugeot 2008, Renault Captur, Nissan Juke.
Dimensioni: lunghezza 4,16 metri, larghezza 1,73, altezza 1,49.
Bagagliaio: da 348 a 1.170 litri.
Motori benzina: quattro unità a tre cilindri di 1.2 litri: il 1.2 VTi da 75 CV (Euro 5, versione guidabile anche dai neopatentati), il 1.2 VTi da 82 CV (Euro 5), il 1.2 e-VTi 82 CV con cambio automatico ETG (Euro 6), e il 1.2 e-THP da 110 CV (Euro 6).
Motori diesel: due unità a quattro cilindri di 1.6 litri: il 1.6 e-HDi 92 CV con cambio automatico ETG6 (Euro 5) e il 1.6 BlueHDi da 100 CV (Euro 6).
Trazione: solo anteriore.
Cambio: manuale a 5 marce o automatico (pilotato) a 6 marce.
Consumi: fino a 28 km/litro per la 1.6 diesel (dati Citroen). Circa 18 Km/litro nel nostro test.
Prezzi: il listino va da 14.950 a 21.750 euro.