LA VAL DI NON RISCOPRE IL "GROPPELLO BIANCO" CHE ERA PRESENTE A REVO' GIA' NEL CINQUECENTO

di Giuseppe Casagrande

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Abbandonato per far posto alle mele, lo ha riportato in auge Lorenzo Zadra, figlio del mitico "Zeremia". L'anno scorso la prima vendemmia. La presentazione ufficiale a fine marzo a Vinifera. Affianca lo Johanniter, altro vitigno a bacca bianca proposto nella versione ferma e spumante.

Chi tra gli amici di Bacco, trentini, ma non solo (e mi rivolgo in particolare ai più anziani) non ha mai sentito parlare del mitico "Zeremia"? E chi tra i wine lover più giovani non ha ancora avuto il piacere di assaggiare il Groppello di Revò con l'etichetta (bellissima) disegnata da Pietro Verdini? Ritengo pochi. Nelle mie scorribande enogastronomiche in compagnia del collega giornalista ed editore Augusto Giovannini, direttore della rivista Pantagruel, poi diventata rubrica settimanale sul quotidiano "L'Adige", io ho avuto il privilegio di conoscerlo e frequentarlo, il mitico "Zeremia" (nome di battesimo Augusto Zadra) 40 e più anni fa.

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Giuseppe Casagrande, responsabile per il Trentino Alto Adige della Guida "Il vino per tutti" consegna la Clessidra d'Oro a Lorenzo Zadra, patron dell'azienda "El Zeremia" di Revò.

Un contadino d'altri tempi con il culto dell'onestà nel sangue, la gioia per il lavoro nei campi, l'amore per la famiglia nel cuore e, non ultimo, una bontà d'animo senza eguali. E' a lui che va riconosciuto il merito di aver salvato dall'estinzione un antico vitigno autoctono della Val di Non, il Groppello, dimostrando agli scettici le straordinarie potenzialità di questo vino ancestrale dal colore rubino intenso, vorrei dire tenebroso, apparentemente rustico, ma dal fascino primordiale. Un vino apprezzato fin dai tempi degli Asburgo, in particolare dall'imperatore Franz Josep

"Maor", nel Duemila la prima vendemmia

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Visionario, pioniere, lungimirante, Augusto Zadra, oltre al Groppello ha strappato all'oblìo, cosa non facile nel regno di Melinda, altre antiche varietà considerate la "memoria enoica" del Trentino. Tra queste il "Maor", versione a bacca bianca del Groppello. "Papà - racconta Lorenzo Zadra, il figlio del Zeremia morto nel 2013 dopo una lunga sofferenza dovuta ad una malattia incurabile - nelle sue ultime volontà mi disse di valorizzare anche quest'altra varietà presente già nel Cinquecento in Val di Non e all'imbocco della Val di Sole (ne parla Michelangelo Mariani, cronista del Concilio Tridentino della Controriforma, ndr). L'aveva scoperta tra i filari del nostro vigneto storico di Revò. A questo punto ho coinvolto nella ricerca la Fondazione Mach dell'Istituto Agrario di San Michele all'Adige. Sorprendente il risultato: la genetista Stella Grando, dopo una serie di analisi sulla parte radicale e vegetale dell'antico ceppo, ne ha tracciato il Dna sentenziando che si trattava proprio del Groppello noneso a bacca bianca coltivato su piede franco: il Maor. Parola dal cuore antico che in dialetto noneso-ladino significa "primo fieno". Nel 2018 ho messo a dimora le prime 500 barbatelle, poi altre mille. Nel 2020 la prima vendemmia con successiva vinificazione sperimentale. Alcuni mesi in tank d'acciaio e poi affinamento in bottiglia. Dai primi assaggi mi ritengo soddisfatto. Fresco, sapido, dotato di spiccata acidità, si presta anche ad essere spumantizzato. In primavera usciremo sul mercato con le prime bottiglie". La presentazione ufficiale è già stata fissata: sabato 26 e domenica 27 marzo 2022 al Forum Vinifera di Trento Fiere.

Lo Johanniter, altro vitigno a bacca bianca

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"Maor" fa parte assieme al "Groppello" del prezioso patrimonio genetico di vitigni che appartengono ad una storica famiglia di vignaioli: la famiglia Zadra di Revò, proprietaria delle vigne patriarcali su piede franco (prefillossera) risalenti alla fine dell'Ottocento e dislocate a 700 metri di altezza sul livello del mare. Un vigneto "eroico" con pendenze vertiginose, a picco sul lago di Santa Giustina. Negli ultimi anni Lorenzo Zadra, continuando la strada pionieristica tracciata dal padre e stimolato anche da Gianpaolo Girardi, l'Indiana Jones del Trentino che ha salvato da morte certa molti antichi vitigni abbandonati o addirittura estirpati per far posto a Chardonnay, Merlot e Pinot Grigio, ha abbracciato anche la filosofia Piwi (vitigni resistenti alle malattie fungine) puntando su un vitigno a bacca bianca, lo Johanniter, che non necessita di trattamenti fitosanitari. Un vitigno particolarmente vocato sia per il terreno (calcareo e sabbioso) sia per le condizioni pedoclimatiche. Un vitigno a impatto zero, come natura crea - sottolinea Lorenzo Zadra - in sintonia con la filosofia aziendale volta a preservare un territorio salubre ed un ambiente ecosostenibile.

La nuova cantina: piccola, moderna, funzionale

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Dieci anni fa la famiglia Zadra ha inaugurato in un contesto antico, ma funzionale, la nuova cantina dotata di tecnologie moderne che consentono di vinificare le uve in tank di acciaio e successivamente di affinare i vini nella barricaia. A fianco della cantina è stata allestita anche una sala degustazione dove si possono assaggiare i vini della casa (poche migliaia di bottiglie, rare e preziose), partendo dalle bollicine di montagna e dallo Johanniter per chiudere il cerchio con il Groppello d'annata maturato in acciaio e il Groppello riserva maturato in barrique. Vini da abbinare ad alcuni piatti tipici del territorio. Completano la gamma la grappa di Groppello "El Zeremia" prodotta dalla distilleria Dallavalle Rossi d'Anaunia e una birra artigianale Red Iga prodotta dal birrificio Km8 a Cunevo (sempre in Val di Non) con il 25% di mosto di Groppello di Revò. Una birra spumeggiante dal colore rosso cerasuolo e dal bouquet intenso di more e fragoline di bosco.

I Piwi, vitigni resistenti alle malattie fungine

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Tornando ai Piwi (acronimo dal tedesco Pilzwiderstandfähig che significa "vitigni resistenti alle malattie fungine": oltre allo Johanniter citiamo, tra i più famosi, il Solaris, il Bronner, il Muscaris, il Souvignier Gris, il Regent, il Sevar) due sono le tipologie Piwi proposte da Lorenzo Zadra: lo Johanniter fermo che matura in acciaio per cinque mesi (fresco, sapido, beverino) e lo spumante metodo classico dal perlage fine e persistente, bouquet delicato che ricorda il limone, il cedro, il bergamotto, piacevolissimo in bocca. Ideale come aperitivo, si presta per accompagnare a tavola primi piatti, carni bianche e pesce d'acqua dolce. Un vino schietto, leale e sincero come chi lo produce. La guida "Il vino per tutti" ha premiato sia il Groppello di Revò che i due vini Piwi con la Clessidra d'Oro. In alto i calici. Prosit.

 

 

photo credit: Renato Vettorato




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