PANTELLERIA ZIBIBBO: ESSERE O NON ESSERE QUESTO È IL PROBLEMA
di Redazione
Auguri di Sante Feste del Sindaco Vincenzo Campo e dell’invitato Giampietro Comolli con un brindisi a base di Zibibbo Pantesco Passito Naturale. Confronto sulla differenza fra fascettaDoc e fascettaDocg per la Doc Pantelleria. Pantelleria Zibibbo - fascetta Doc o disciplinare Docg? Più commercio del vino o più viti-vini-cultura? Più interessi di pochi o più valore al distretto nella sua totalità?
Interessante incontro, si potrebbe definire un big-match, ma anche un “ping pong” fra il sindaco di Pantelleria Vincenzo Campo e Giampietro Comolli sulla differenza fra l’uso di una fascetta di Stato Doc e Docg pe le bottiglie dei vini Doc Pantelleria.
Invitato Giampietro Comolli, ha detto il Sindaco, quale uno dei più noti esperti nazionali di consorzi di tutela, materia che studia e conosce dal 1983, direttore e fondatore di diversi consorzi in Italia, dall’Emilia alla Toscana, dal Piemonte al Veneto dalla Lombardia al Trentino e alle Marche.
Per il sindaco, ma non solo per lui, affidabile per la sua indipendenza di pensiero. Sicuramente non un influencer o blogger dell’ultimo minuto, neppure una persona che nella vita ha fatto il passacarte, estraneo al mondo del vino, né curatore di vincoli ambientali.
Sindaco Vincenzo Campo
Comolli, ha detto il Sindaco, dopo la riunione del 13 dicembre scorso a Scauri indetta da Regione Siciliana, Irvos e Consorzio di tutele sull’obbligo dell’uso della fascetta Doc su tutte le bottiglie Doc Pantelleria dal 1 gennaio 2023, ha scritto in Regione Siciliana per manifestare un ragionamento e una osservazione tecnica nel merito normativo e sugli effetti che una scelta del genere, calata dall’alto e da Palermo, possa creare alcuni altri gravi problemi oltre a quelli già esistenti fra la Doc Sicilia e la Doc Pantelleria.
Il sindaco Campo sottolinea nelle domande poste all’invitato la scelta, unilaterale, presentata in una sola riunione quando le decisioni erano già state pese senza alcun dibattito confronto coinvolgimento del territorio, del distretto. Il Consorzio di tutela dei Doc Pantelleria ha sottoposto la proposta alla Regione già un anno fa alla Regione, la Regione sembra abbia preso per valida concordata condivisa la scelta, e quindi abbia affidato l’incarico operativo a Irvos, ha indicato il sindaco Campo.
Giampietro Comolli
Comolli ha fatto presente che era importante, almeno come mossa intelligente vista la situazione esistente dal 2015 e aggravata nel 2017 e reiterata ancora nel 2019 sugli equilibri interni al peso delle categorie consortile, coinvolgere anche i 350 viticoltori almeno come dialogo formativo e informativo e non calare tutto dall’alto. Pantelleria viene assimilata alla Doc Sicilia, entrambe con una fascettaDoc e non una più qualificata fascetta Docg. Una parificazione e una assimilazione sempre fra Sicilia e Pantelleria che non piace assolutamente ai panteschi Doc! Non è una questione viticola, ma sarebbe stata una mossa strategica.
Comolli è stato chiaro rispondendo alle domande incalzanti del Sindaco: è vero, la fascettaDoc non è una scelta dei viticoltori, ma solo degli imbottigliatori, ma nel CdA e nell’assemblea del consorzio sono presenti anche, due su tre, le categorie di viticoltori e vinificatori. Perché non coinvolgere nella decisione finale l’assemblea dei soci sull’isola di Pantelleria e non una riunione riservata? Sono 22 le aziende che imbottigliano la Doc, ma 2 sole cantina grandi imbottigliano oltre il 70% di tutte le bottiglie targate Doc.
Comolli, solleticato dal Sindaco, pone sul tavolo il dubbio e la considerazione che la opzione “fascette Doc” appaia più il modo per bloccare la proposta nascente dai viticoltori di una più selettiva, più autorevole, più legata “al territorio” e meno al commercio fascetta Docg. Sembra un modo lampante per favorire più le grandi quantità di vini standardizzati rispetto alle nicchie delle piccole aziende fornendo “ visivamente” al consumatore una simbologia che richiama la Docg ma non ha tutte le regole e norme e stoia e narrazione della fascetta Docg.
Infatti solo 9 imbottigliatori su 22 fanno parte del Consorzio. La fascetta Doc non deve essere prioritariamente una opzione commerciale. L’erga omnes non da la patente di potere assoluto, anzi proprio il contrario… ha detto Comolli. Un consorzio erga omnes va guidato in modo molto equilibrato poichè a un potere decisionale allargato corrisponde spesso una fetta di produzione e di produttori anche molto ampia che può raggiungere il 60% delle teste e il 33% delle bottiglie imbottigliate. Non poca cosa. Una fascetta , sia Doc che Docg, deve essere espressione di un consenso ampio anche “fuori dal consorzio”, di tutti e non di pochissimi.
Sarebbe stato giusto, ha detto Comolli incalzato dalle domande articolate e complete del sindaco Vincenzo Campo, un dialogo preparatorio con tutto il distretto di Pantelleria, visto che la prima delibera del CdA del Consorzio risale ad un anno fa, ha detto il sindaco. Comolli ha fatto presente delle “decine” di messaggi ricevuti sul tema, eppure però senza che nessuno abbia espresso altre proposte né fra i pochi consiglieri del Consorzio né fra i vitivinicoltori convocati a Scauri.
Comolli ha sottolineato che gli unici titolari dell’albo Doc sono solo i viticoltori, non gli imbottigliatori e vinificatori e che un ulteriore aggravio di costi, di burocrazia, di oneri, di spese, di abbandono del distretto, di non tutela vera, di altri tempi dedicati alle carte può solo allontanare ancor più i piccoli imbottigliatori e i viticoltori dalla Doc e dal Consorzio che non può essere, dicono i viticoltori, un ente di pochi che decidono per tutti .
E’ questo che vuole la Regione e il Consorzio, ridurre ancora di più la superfice Doc si è domandato il sindaco Campo. Ma il sindaco ha anche esortato ad essere ottimisti, almeno tale si è dichiarato: forse la fascetta Doc porterà il prezzo dell’ uve di Zibibbo a 4 euro al Kg come lo Sciacchetrà delle 5 Terre in Liguria. Questo il sogno del Sindaco!
Più positivo ottimista e più elargitore di una disponibilità al dialogo e al compromesso, il sindaco non poteva esserlo dopo la “scure” di norme e di vincoli che ha elencato all’inizio del collegamento con le continue e insistenti domande a Comolli sul “vero” uso e significato di una fascetta Doc che, stando al percorso di proposta, appare solo un doppione della certificazione Doc già esistente e già in capo all’ente di controllo terziario, come predisposto dalla legge. Comolli ha più volte ribadito che non c’è Europa, o Commissione Vitivinico la Ue, né Ministero né Antitrust che possa essere destinatario di una controproposta o di una sospensiva o di un blocco.
Solo la Regione Siciliana, l’assessorato alla agricoltura, l’assessore in persona possono non dare seguito alla richiesta del consorzio potando le motivazioni del diniego. Per questo anche Comolli ha scritto al presidente della Regione e all’assessore e al presidente di Irvos perché appare non solo una scelta tecnica, ma una scelta politica. Tecnicamente la fascetta Doc appare come una scelta di serie “B”, e Pantelleria, lo Zibibbo Pantesco, non è di serie B” .
Il sindaco Vincenzo Campo, chiudendo l’incontro con Comolli e facendo insieme gli auguri e i brindisi delle feste con lo Zibibbo alle decine di ascoltatori , ha ricordato che a marzo 2023 si svolgerà un grande incontro tecnico professionale scientifico culturale e strategico sul “futuro” dell’Isola Piccola con temi come la viticoltura antica dello Zibibbo, la ricerca sulle barbatelle selvatiche e l’attivazione di un antico vivaio sull’isola, come l’aiuto ai giovani agricoltori panteschi con bandi professionali, come l’investimento di fondi speciali per la sicurezza idrica e territoriale, la proposta di un disciplinare Docg, la garanzia assicurata e la difesa di un prezzo minimo ed equo dell’uva Doc, un concorso enologico, la costituzione di una associazione culturale di amici e difensori dell’Unesco Pantesco. Arrivederci a marzo 2023.