SONO 11 I GRANDI VINI ITALIANI CHE SFIDANO IL MONDO: TOSCANA SUPERSTAR
di Giuseppe Casagrande
Gianfranco Fino nel vigneto di Manduria.
E' ricavata incrociando le pagelle e i giudizi espressi dalle più autorevoli guide italiane e internazionali. Oltre alle più blasonate etichette toscane (Sassicaia, Solaia, Masseto) ai vertici troviamo il "San Leonardo" (Trentino) dei marchesi Guerrieri Gonzaga e il Primitivo di Manduria "Es" di Gianfranco Fino.
Sono undici, i magnifici undici, i vini icona del made in Italy. Questo il responso della rivista Gentleman (da ieri nelle edicole) che ogni anno stila la superclassifica dei migliori vini rossi italiani incrociando i voti delle più autorevoli guide enologiche nazionali e internazionali. Tra i vini superstar di questo fantastico parterre de rois, ambasciatori del BelPaese nel mondo, oltre alle più blasonate etichette toscane (noblesse oblige), figura anche un vino trentino: il San Leonardo annata 2016 dei marchesi Carlo e Anselmo Guerrieri Gonzaga ribattezzato da Wine Spectator il Sassicaia del Trentino e un vino pugliese: il Primitivo di Manduria "Es" 2019 di Gianfranco Fino. Il "San Leonardo" nasce nella storica tenuta di Borghetto d'Avio che più di mille anni fa era un monastero e che da tre secoli è la residenza dei marchesi Guerrieri Gonzaga, viticoltori fin dal 1724, numi tutelari e custodi di un patrimonio anche culturale d'inestimabile valore. Oggi la tenuta è un giardino di vigne e di rose protetto dalle imponenti montagne che mitigano i freddi venti del Nord Europa, mentre il fondovalle gode del tepore del vicino Lago di Garda. La tenuta è un mondo antico dove le pratiche di cantina, ancora artigianali, regalano vini che sono autentici gioielli dell'enologia italiana. Vini che affascinano i wine lover per la freschezza, l'armonia e soprattutto l'eleganza.
Sassicaia e Solaia ex aequo al primo posto.
Ma torniamo alla superclassifica di Gentleman. La top ten (allargata a undici etichette per via degli ex aequo) è guidata con pari punteggio dal Sassicaia Tenuta San Guido annata 2018 del marchese Nicolò Incisa della Rocchetta e dal Solaia annata 2018 dei marchesi Antinori: entrambi (sommando il rating italiano e quello internazionale) hanno totalizzato 676,88 punti. Seguono il Masseto annata 2018 con 674,75 punti e il San Leonardo annata 2016 con 671,50 punti. Nella superclassifica troviamo poi il Montefalco Sagrantino 25 Anni annata 2016 di Arnaldo Caprai con 665,57 punti, il Tignanello annata 2018 dei marchesi Antinori con 665,25 punti, il Supertuscan I Sodi di San Niccolò annata 2017 di Castellare di Castellina con 665 punti, il Merlot Baffonero annata 2018 di Rocca di Frassinello con 656,83 punti, l'Amarone della Valpolicella annata 2017 di Allegrini con 655,67 punti, il Bolgheri Superiore Guado al Tasso annata 2018 sempre di Antinori con 655,33 punti e il Fratta 2017 di Fausto Maculan (Breganze, Vicenza) con 652,50 punti, un blend di Cabernet Sauvignon e Merlot che per la prima volta fa il suo ingresso ufficiale nel Gotha dell'enologia mondiale.
La cantina più premiata Antinori con tre etichette.
La cantina più premiata è Antinori che nella Top 10 internazionale schiera tre etichette (Solaia, Masseto, Tignanello) seguita dal gruppo Domini di Castellare di Paolo Panerai [che è anche vicepresidente e amministratore delegato di Class Editori, gruppo che edita, tra gli altri, Milano Finanza, Gentleman e Gambero Rosso, ndr]. La superclassifica del mensile Gentleman è ricavata incrociando le pagelle delle dieci guide storicamente più prestigiose: sei italiane e quattro straniere. Le sei guide italiane più importanti prese in esame sono la guida Vini d'Italia del Gambero Rosso, I Vini di Veronelli, Bibenda (Fondazione Italiana Sommelier), Vitae (Associazione Italiana Sommelier), l'Annuario dei Migliori Vini Italiani di Luca Maroni e la Guida Essenziale ai Vini d'Italia di Daniele Cernilli. A queste sei guide italiane sono affiancati i giudizi delle più autorevoli voci della critica internazionale: Wine Spectator, Robert Parker Wine Advocate (responsabile per l'Italia Monica Larner), James Suckling e Vinous di Antonio Galloni.
Il marchese Carlo Guerrieri Gonzaga e il figlio Anselmo presentano i vari formati del mitico San Leonardo.
Nella «top 100» exploit di un vino pugliese: «Es» Per quanto riguarda, invece, la «top 100» dei rossi italiani per la prima volta sul gradino più alto del podio troviamo un vino pugliese: l'«Es Primitivo di Manduria» annata 2019 di Gianfranco Fino con 582 punti seguito al secondo posto ex aequo con 580 punti dal Sassicaia 2018 della Tenuta San Guido e dal Solaia 2018 dei marchesi Antinori. Al quarto posto ex aequo il San Leonardo 2016 dei marchesi Guerrieri Gonzaga e il Masseto 2018 Tenuta dell'Ornellaia con 577,5 punti. Clamoroso l'exploit del gioiello pugliese di Gianfranco Fini, un personaggio romantico del mondo del vino che con la moglie Simona ha scelto come filosofia aziendale il rispetto ancestrale dell'ambiente. Rispetto totale sia per qua nto riguarda la coltivazione del vigneto (20 ettari con viti anche centenarie allevate ad alberello) sia per quanto riguarda i lavori manuali con assenza di trattori e mezzi meccanici sostituiti da cavalli.
Al bando inoltre i prodotti chimici di sintesi e altre diavolerie in cantina.
Tra i «top 100» della superclassifica italiana troviamo poi nelle prime posizioni altri grandi etichette del made in Italy: ad esempio, nel Lazio, il Montiano 2018 della Famiglia Cotarella e l'Habemus 2019 della Cantina San Giovenale, etichette che precedono il Monteverro Toscana Rosso 2018 della griffe della Costa toscana Monteverro. A seguire troviamo poi due dei più celebri alfieri dell'Umbria: il Torgiano Rosso Riserva Rubesco Vigna Monticchio 2017 di Lungarotti e il Montefalco Sagrantino «25 anni» annata 2016 di Arnaldo Caprai. Poi nelle Marche un altro vino icona del territorio: il Rosso Piceno Superiore Roggio del Filare 2018 di Velenosi. Vini che precedono in classifica un grande classico del vino italiano e toscano, il Tignanello 2018 dei Marchesi Antinori e il supertuscan I Sodi di San Niccolò 2017 di Castellare di Castellina. In gran spolvero quest'anno oltre ai vini toscani e piemontesi alcune etichette del Lazio. Tra i «top ten» in particolare merita di essere citato l'Habemus, un blend di uve internazionali Grenache, Syrah, Carignano e Tempranillo che hanno trovato nella Tuscia un terreno ideale per esprimere la loro tipicità.
Elena Walch con le figlie Julia e Karoline nei vigneti di Termeno.
Tra i bianchi, bene l'Alto Adige. Assente il Trentino
Per quanto riguarda, invece, i vini bianchi, al vertice assoluto della superclassifica dei "top 100" troviamo lo Chardonnay della Valle d'Aosta Cuvée Bois 2019 di Les Cretes, il Sauvignon friulano Vieris 2019 di Vie di Romans, un altro Sauvignon friulano, il Ronco delle Mele 2020 di Venica & Venica, lo Chardonnay altoatesino Lafòa 2019 di Colterenzio e il Friuli Colli Orientali Biancosesto 2019 de La Tunella. Nella graduatoria figurano moltissimi vini friulani e altoatesini, ma nessun trentino. Tra le etichette dell'Alto Adige, oltre allo Chardonnay Lafòa di Colterenzio, al decimo posto troviamo Elena Walch con il Bianco Grande Cuvée Beyond the Clouds annata 2019, vino icona della storica cantina di Termeno che si conferma tra le posizioni di vertice anche con lo Chardonnay Vigna Castel Ringberg Riserva 2018. Punteggi lusinghieri anche per la Cantina di Caldaro con il Sauvignon Quintessenza 2019, per la Cantina Nals Margreid con il Pinot Grigio Punggl 2020 e per la Cantina Pfitscher di Montagna con il Mathias Sauvignon Blanc Riserva 2019. Trentino non pervenuto. Peccato.