Pinot Bianco Dellago, baciato dal sole
Quanto fosse progredita la viticoltura nell'antica Retia, ossia fra Trentino e Alto Adige, sorprese anche i romani. I quali, giungendo qui nel 15 a.C., appresero che il vino dei retico risultava particolarmente buono perché riposava e si affinava in botti e non, come facevano loro, in anfore e otri.
Con la costruzione della "Via Claudia Augusta" e grazie alle conoscenze e ai nuovi innesti portati dai pellegrini e dai commercianti che la percorrevano, la viticoltura altoatesina progredì ulteriormente, tanto che a partire dall'VIII sec. d.C. i monaci di Baviera, Svevia e Austria investirono nella viticoltura altoatesina, contribuendo a diffonderne la fama.
Si dovette aspettare però il XIII secolo perché il vino dell'Alto Adige fosse chiamato per la prima volta secondo la sua origine, ma già allora era conosciuto ed apprezzato all'estero, essendo esportato in Austria, Svizzera e Germania.
E se nel Medioevo il vino atesino godeva già di un'ottima reputazione, nel 1900 la fillossera decimò le viti e mandò in crisi la vitivinicoltura locale: ci volle la rivoluzione industriale del XX secolo per il suo sviluppo decisivo.
La storia
Il Pinot bianco è nato in Germania, di qui si è diffuso con ottimi risultati in Austria e poi si è propagato in tutto il mondo, arrivando perfino oltreoceano negli Stati Uniti, in America latina, in Australia e Nuova Zelanda.
In Italia ha trovato il suo habitat ideale in Friuli, Lombardia, Trentino, Alto Adige e Toscana, dove già nel '700 i Lorena, granduchi di Toscana, ne raccomandavano caldamente la coltivazione.
Nel secolo scorso il Pinot bianco è stato oggetto di accese discussioni fra gli ampelografi, ossia fra quanti classificano e studiano le diverse varietà di vitigni, perché il vitigno possiede molte caratteristiche che lo accomunano allo Chardonnay, con cui era spesso confuso.
Oggi è assodato che il Pinot bianco è una variante genetica del Pinot nero, ma in passato questa mancanza di chiarezza aveva portato molti a chiamarlo Pinot-Chardonnay: non sorprende, dunque, che nel Nord Italia le due varietà venissero spesso reimpiantate l'una al posto dell'altra o insieme.
Nell'Alto Adige il Pinot bianco è una presenza diffusa, ma è nei terreni ricchi di arenaria di porfido o di porfido rosso, aridi e scarsi di humus, dove le viti devono scendere in profondità per trovare acqua e nutrimento, che dà il meglio di sé e il vino acquista una particolare nota minerale.
In queste zone le rese per ettaro sono molto basse, ma consente di produrre un vino bianco strutturato, morbido e grasso, che è anche fatto maturare in barrique o viene invecchiato.
Il Pinot bianco è particolarmente adatto ad essere spumantizzato e quindi entra a far parte delle cuveé dei migliori spumanti italiani del Friuli, del Trentino e della Franciacorta.
Caratteristiche
L'area di produzione del Pinot bianco dell'Alto Adige si estende su 567 ettari: il vino che vi si ricava è di colore giallo verdognolo fino a giallo chiaro, fresco e fruttato e di sapore pieno.
Vi si possono riconoscere, a seconda delle produzioni, leggeri profumi di mela, note di noci, foglie verdi mentre, nei vini di buona maturazione, può emergere l'aroma di burro.
Il Pinot biancio che Fritz Dellago ricava dal vigneto di famiglia, baciato dal sole, che si estende tutto attorno a Schloss Korb a Missiano-Appiano, convince esperti ed appassionati in tutto il mondo.
Non a caso: le uve sono curate da Dellago con passione e costante dedizione personale, poi sono vendemmiate in settembre/ottobre e conferite alla Cantina di Bolzano, nata nel 2001 dalla fusione di altre due storiche cantine.
Quella fondata nel 1908 dai produttori di Gries e quella cooperativa creata nel 1930 da 18 produttori di Santa Maddalena, Santa Giustina e Coste (in totale 320 ettari dei migliori vigneti altoatesini tra i 240 e i 800 m d'altitudine).
Qui Stephan Filippi, l'enologo, dopo la delicata pigiatura delle uve, controlla che il mosto fermenti in fusti d'acciaio inossidabile a temperatura controllata, facendo riposare poi il vino per numerosi mesi: un trattamento che gli conferisce un colore da giallo verdognolo e giallo chiaro, con note aromatiche e un carattere fresco e succoso.
All'olfatto il Pinot bianco Alto Adige doc "Dellago" si caratterizza per i profumi di mela e pera e un gusto pieno, armonico con note minerali. Il grado alcolico è 13,5 % e il residuo zuccherino 4,0 g/l.
Abbinamenti
Oltre che come aperitivo, si accompagna con antipasti, piatti a base di verdure come la zuppa d'orzo, carni bianche e volatili. Ottimo anche con formaggi stagionati, per esempio lo Stelvio Dop, il Valdifiemme o l'Alta Badia, aromatico e saporitbro.
Cantina Bolzano - Kellerei Bozen
Piazza Gries, 2 - Bolzano
Tel. 0039 0471 270 909
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.cantinabolzano.com