Festival della Malvasia di Sala Baganza

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A Sala Baganza, comune parmense la cui Rocca Sanvitale è una delle tessere che compongono il mosaico dei castelli che si spinge in prossimità del piacentino, si sta già lavorando per organizzare il Festival della Malvasia dei Colli di Parma.

Tre giorni di festa (da venerdì 13 a domenica 15 maggio 2016) per celebrare un unico vino, la Malvasia aromatica di Candia, che nel territorio di Sala Baganza ha trovato un terreno e un microclima in grado di valorizzarne al meglio profumi, struttura e piacevolezza.

Tanto che è stato istituito il premio "Cosèta d'or" (dal nome dialettale della ciotola di legno che serviva per bere vini) per dare visibilità e merito alle sue migliori espressioni.

Un vino inebriante la Malvasia, grazie alla sua vivace frizzantezza accompagnato ormai da XXI edizioni da una carrellata di prodotti tipici in abbinamento, dal fungo porcino di Borgotaro al prosciutto di Parma, al Parmigiano Reggiano.

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E che, oltre a richiamare migliaia di estimatori ed essere protagonista di degustazioni, brindisi, spettacoli e laboratori, è la più preziosa testimonianza della Cantina dei Musei del cibo, percorso espositivo e sensoriale dedicato al vino inaugurato due anni nelle suggestive cantine della Rocca di Sala Baganza.

Che, per la cronaca, risale al Medioevo. Nel 1258 la famiglia Franceschi, allora proprietaria, la vendette ai Sanvitale i quali la ampliarono e la utilizzarono prima come fortilizio, poi, quando la sua funzione difensiva venne meno, come dimora patrizia. 

Fra il 1564 e il 1578 fu arricchita con un ciclo di affreschi di Procaccini e Somacchini e nel 1612 passò ai Farnese, già duchi di Parma.

Nel 1733 la Rocca divenne dimora di Maria Amalia d'Asburgo, moglie di Ferdinando di Borbone, e successivamente possedimento francese in seguito all'annessione del Ducato parmense da parte di Napoleone.

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Parzialmente demolita nel 1832, nel 1988 dal Comune di Sala Baganza acquistò la porzione ovest dell'ala superstite (quella est è rimasta di proprietà privata) creando un suggestivo percorso di visita.

Dalla Sala delle capriate al Gabinetto dei giusti, dalla sala dell'Eneide a quella di Ercole, dalla Cappella palatina all'appartamento ducale (questi ultimi gravemente danneggiati dal sisma del 2008), fino alla Sala dell'apoteosi, è tutto un susseguirsi di decorazioni, cicli pittorici e grottesche.

Se al suo interno la Rocca custodisce preziosi tesori d'arte, non è da meno il suo giardino storico. Un potager, termine che in francese indica un "orto giardino", rimesso a nuovo dal Comune di Sala Baganza sei anni fa dove gli ortaggi, le verdure e gli alberi da frutto sono disposti con le ordinate e lineari geometrie del giardino all'italiana.

Un'area verde che ospita numerose iniziative culturali e che, insieme al Museo del vino, con le sue sale dove si possono approfondire gli aspetti legati alla cultura della vite e del cibo del territorio, rappresenta un vanto della cittadina.

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