PIATTI TIPICI ITALIANI: LAZIO REGINA DELLA PASTA
Riceviamo da Roberta Garibaldi e volentieri pubblichiamo.
Il 70% degli italiani sa indicare almeno un piatto lombardo e il risotto è la specialità più conosciuta.
Quali sono i piatti tipici più conosciuti e apprezzati dai turisti del gusto? A svelarlo sono le anticipazioni del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2023 di Roberta Garibaldi e realizzato sotto l’egida dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, che sarà presentato a maggio. Secondo le anticipazioni del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2023 di Roberta Garibaldi, la Lombardia è l’ottava regione nella classifica dei prodotti tipici regionali e le specialità culinarie più conosciute in Italia.
Il 70% degli intervistati è stato in grado di nominarne almeno uno. Al primo posto troviamo il risotto (24%), uno dei piatti più rappresentativi del nord Italia. A seguire sono stati menzionati la cotoletta (13%) e il panettone (9%). Nel 2021 l’andamento era simile, ma tra le pietanze più diffuse era stata citata la polenta (6%) oggi sempre presente, ma in percentuale minore.
Cosa succede a livello nazionale? Vini, carni e salumi, pasta e formaggi sono nell’ordine le categorie più menzionate dagli intervistati. Il vino è il prodotto più identificativo per Veneto e Friuli-Venezia Giulia, oltre a figurare nella top3 di numerose altre regioni italiane del centro nord. I salumi primeggiano in Calabria, il Lazio è la regina della pasta, con ben tre specialità nella top3 (carbonara, amatriciana e cacio e pepe); la Valle d’Aosta, invece, dei formaggi, con fonduta e fontina tra i prodotti più identificativi.
L’olio entra in classifica con la Puglia. I risultati mostrano che oltre alla Lombardia, vi sono altre regioni italiane i cui piatti tipici sono immediatamente associati come eccellenze del territorio, mentre per altre regioni si evidenzia una certa difficoltà nell'individuare un piatto rappresentativo.
“I prodotti e le specialità enogastronomiche sono potenti strumento di marketing territoriale in grado di promuovere una destinazione, oltre che essere un elemento chiave attorno cui costruire l’offerta turistica”, afferma Roberta Garibaldi. “Dall’indagine emerge un quadro eterogeno, con regioni che possono sfruttare questa riconoscibilità attraverso le proprie tipicità per accrescere l’attrattività come meta enogastronomica.
Altre, invece, necessitano di un’azione volta ad accrescere la conoscenza nel grande pubblico di ciò che possono e sanno offrire; spesso si tratta di produzioni e specialità note al pubblico, ma non immediatamente identificabili con il territorio di origine.
Il Rapporto Sul Turismo Enogastronomico Italiano presenta analisi quanti-qualitative, ricerche inedite e contributi del Comitato Scientifico rappresentato da autorevoli esperti del mondo accademico e scientifico, nazionali e internazionali, offrendo una panoramica a 360 gradi del turismo enogastronomico dal punto di vista della domanda e dell’offerta.
Roberta Garibaldi è Presidente dell'Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, professore di Tourism Management all’Università degli Studi di Bergamo e vicepresidente della Commissione Turismo dell’OCSE-Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.