Ritratto di una società
di Mauro Carena
CercolavoroaMilano di Chiara Tenca è un eBook sul lavoro. L'autrice è una giornalista spezzina che ha incontrato la casa editrice elettronica Liber Iter. CercolavoroaMilano nasce come blog dell'autrice, riveduto, integrato e corretto per una pubblicazione elettronica.
In modo ironico e spontaneo questo libro racconta le (dis)avventure dell'autrice che cerca di portare avanti un progetto di vita nella convinzione che la professione caratterizza la qualità del vivere di ognuno e i frutti del lavorare solo per guadagnare si vedono nei volti della gente, sempre più arrabbiata, nevrotica e dedita a fare solo lo stretto necessario per giustificare lo stipendio. È stata anche l'ocassione per presentarlo a Milano, al Salotto del poeta di Michele Cennamo.
In questo scritto invece emerge la tenacia di chi comunque vuole perseguire un progetto di vita, nonostante che le circostanze non glielo permettano. CercolavoroaMilano è diventato quindi una sorta di documentario che nell'esperienza dell'autrice, mostra la situazione grave che stanno vivendo i giovani adulti della nostra epoca, condannati a non crescere professionalmente perché non gliene viene data l'opportunità.
É inoltre una storia in fieri, perché deve essere la storia di tutti, non la storia di chi ha avuto fortuna o un 'santo' in paradiso, la raccolta delle avventure di una di quelle tante persone preparate, motivate e con una grande passione, ma incontrano i muri di gomma delle grandi città che, se danno più opportunità lavorative confondono anche in un grande contenitore le abilità e le capacità del singolo.
CercolavoroaMilano però nasce per incoraggiare chi ha veramente un progetto di vita a perseguirlo a tutti i costi perché c'è chi lo ha fatto e Chiara Tenca lo dimostra nel modo che le è più congeniale, intervistando quelle persone che hanno raggiunto i propri obiettivi, senza paura di cambiare, ma mettendo a frutto quello che 'mamma provincia' ha saputo far crescere in molti di loro e in ogni settore.
Ecco quindi l'intervista a Veronica Scognamiglio che lavora per Amnesty International, a Francesca Della Croce enologa in Spagna o a Margherita Viviani che ha lavorato in Cina e in Australia grazie alla conoscenza del cinese, tre punti di vista da parte di chi vede l'Italia da fuori e ne può indicare pregi e difetti. Le chiacchierate con Marco Buticchi con la sua esperienza di scrittore e i commenti di Dario Vergassola sulla città e il lavoro. Inoltre Stefano Mei e Paolo Paganini, con la loro esperienza nello sport, da atleta il primo e da giornalista il secondo, ma anche il fumettista Fabio D'Auria alla Marvel e l'attore Francesco Gabbrielli nel mondo difficile del teatro e del cinema.
Tanti punti di vista per parlare del lavoro, dell'Italia, della provincia il tutto colorito dall'ironia di Chiara Tenca che in questo scritto non tralascia né le delusioni, né le soddisfazioni, mettendo a disposizione la propria esperienza.
Come nasce l'idea di un blog che si trasforma poi in e-book?
La trasformazione in e-book è frutto di un'occasione colta al volo: in realtà, all'inizio ho creato il mio blog senza pensare di pubblicarlo; la sua funzione era da una parte tenere un legame con gli amici lontani interessati alla mia avventura milanese, dall'altra avere un diario a mia disposizione per poter esprimere i miei stati d'animo relativamente alla ricerca del lavoro e analizzare il mio percorso, per avere la possibilità di correggerlo e migliorarlo.
Dopo essere rientrata alla Spezia nel mese di febbraio 2011, sono tornata a collaborare con il quotidiano "La Nazione"; una mattina mi trovavo in redazione e ho accolto l'editrice della Liber Iter Bianca Zanardi, arrivata per promuovere un progetto sulla scuola; l'ho intervistata e - visto che tutti mi dicevano che il mio blog avrebbe dovuto diventare un libro - qualche giorno dopo, via mail, le ho inviato il link di "CercolavoroaMilano", chiedendole un parere.
Le è piaciuto e abbiamo deciso di pubblicarlo, opportunamente corretto, integrato e rivisto; inoltre, mentre eravamo in corso d'opera, abbiamo avuto l'idea di arricchire l'e-book con le interviste di chi "ce l'ha fatta", per dare un messaggio di speranza a chi lo legge e per mostrare che anche i percorsi apparentemente più difficili possono approdare alla realizzazione. Abbiamo scelto nove personaggi, più o meno famosi, in settori differenti, e devo dire che i loro interventi hanno riservato tante sorprese.
Quali sono le tendenze di chi deve usare la rete o i social network per lavorare o selezionare il personale?
Per quanto riguarda il lavoro, credo che i social network abbiano rivoluzionato le carte in tavola, aprendo in maniera considerevole gli orizzonti: il solo sito internet garantisce uno spazio decisamente più limitato, ha dei costi di mantenimento (fattore che pesa in modo particolare per le imprese con un capitale limitato) e soprattutto - elemento che per me fa la differenza - non è in grado di garantire la stessa interazione con l'utenza. Premesso che per un'azienda o un free lance continuo a ritenere il sito "istituzionale" importante e indice di professionalità, avendo lavorato come addetta stampa in diversi campi (cultura, sport e politica), ho potuto testare sul campo la vivacità e la capillarità di mezzi quali Facebook e Youtube (personalmente amo meno Twitter), che hanno un appeal a mio parere eccezionale.
Chi utilizza il social e la rete per lavorare deve essere sempre coerente con la propria mission e la propria vision: può sembrare banale, ma troppo spesso mi capita di osservare degli spazi gestiti in maniera approssimativa e con messaggi contrastanti, che creano confusione in chi legge. Quindi, dal mio punto di vista, meglio meno materiale, ma più coerente e curato, anche nella qualità: il social e il sito sono come il nostro biglietto da visita e devono essere in grado, nel marasma di input che regnano nella rete, di catturare al primo click. Altri elementi da tenere in grande considerazione sono lo scambio e il feedback, fondamentali per continuare a rimanere in sintonia con chi ci segue. Consiglio di tenere alta l'attenzione scatenando la creatività: utilizzare foto, filmati, disegni, note, insomma, tutto ciò che è a nostra disposizione, per dar linfa di giorno in giorno ad un filo che si deve ispessire costantemente.
Io stessa ho creato un gruppo su Facebook dedicato al mio blog e alla mia pubblicazione, in cui raccolgo pareri, critiche (per fortuna pochissime, ma ben vengano se costruttive!) e posto continui aggiornamenti: non mi posso davvero lamentare della risposta. Per selezionare il personale, invece, il recruiter o il responsabile delle risorse umane, con internet hanno a disposizione un'arma che per il candidato può rivelarsi a doppio taglio. Permette, da una parte, di far conoscere quasi a 360° il mondo di una persona, anche fuori dal lavoro, con tutti i "plus" che possono avere riflessi positivi nell'impiego (dalla proattività alla duttilità, fino alla capacità di lavorare in squadra e adattarsi alle situazioni più disparate), ma è necessario stare attenti a ciò che si scrive. Oltre agli "scivoloni" passati alle cronache (parlar male del proprio datore o del proprio lavoro), che a volta sono sfociati nel licenziamento, possono trasparire dalla rete anche aspetti negativi (dal rapporto morboso con il web a comportamenti che non sono in linea con una determinata mansione).
Per questo, è necessario rapportarsi con il giusto approccio, utilizzando filtri per mostrare i nostri materiali alle giuste persone. Detto ciò, credo che in ogni caso non ci si debba fermare a quello che la rete ci dice dell'aspirante lavoratore, prendendo per oro colato quello che si legge, ma si debba approfondire. Inoltre, tramite LinkedIn o una semplice "googlata" del nome e cognome della persona, è possibile conoscere molto del passato professionale di chi ci troveremo davanti.
Chi ti ha colpito di più degli intervistati?
Sono soddisfatta di tutte le interviste, nessuna esclusa; cito Francesca Della Croce, Margherita Viviani e Veronica Scognamiglio, amiche che si sono realizzate all'estero (rispettivamente in Spagna, Australia e Belgio), che hanno confermato il loro valore e la loro professionalità nei loro interventi: credo che i nostri politici dovrebbero leggere le chiacchierate con loro per avere, nero su bianco, un esempio di ciò che l'Italia perde giorno per giorno, facendosi sfuggire dalle mani persone preparate, intelligenti e propositive. Lo trovo un delitto.
Mi ha stupito, inoltre, sapere che uno scrittore da centinaia di migliaia di copie vendute quale Marco Buticchi ha iniziato la sua carriera letteraria abbandonando un posto sicuro in una multinazionale del ramo petrolifero, per portare i propri scritti di autore in erba di libreria in libreria: questo sì è scommettere su se stessi!
Infine, penso di aver fatto uno scoop: un dialogo con Dario Vergassola serio e senza battute! Scherzi a parte, il suo intervento sulle possibilità di realizzarsi nella provincia mi è parso davvero interessante, e penso che il tono sia stato determinato dal fatto che Pignone, paese natale della madre, fosse stato appena sconvolto - insieme a tanti altri centri del Massese e dello Spezzino - dall'alluvione del 25 ottobre 2011.
Questo terribile evento ha segnato tutti nella mia provincia, me inclusa: non è un caso che abbia scelto di dedicare il mio scritto alle vittime di questa catastrofe, in particolare a Sandro Usai, il volontario morto a Monterosso per salvare gli altri. Un vero eroe, il cui esempio mi commuove ogni volta che penso alla sua vicenda, così triste e allo stesso tempo così nobile.
Dopo Cerco lavoro a Milano, hai pensato di estendere ad altre città questa tua esperienza?
Come per il Totocalcio, il pronostico è "1X2"! Ho cercato tanto a Milano, e continuo a farlo, perché penso che per il mio settore sia il top, e nonostante non sia una città facile in cui vivere, continui ad essere il posto in cui tutto può accadere. Però non escludo di approdare in altri luoghi, estero compreso. Attualmente sto continuando a portare avanti le mie diverse collaborazioni, ma ho cambiato il modo di propormi: dapprima puntavo al contratto, ora invece, mi faccio conoscere in veste di professionista che può seguire determinati servizi: penso sia più semplice poter arrivare ad un risultato.
Credo che fossilizzarsi in un periodo come questo sia controproducente: siamo la generazione dei viaggi, della mobilità: volgiamo a nostro favore questi elementi! Quali consigli a chi vuole trovare lavoro con i nuovi media? Sembrerà banale, ma la ricetta è sempre la stessa: unire una base solida - quella della padronanza del mezzo, della preparazione teorica e sul campo e degli aggiornamenti, che sono indispensabili a mio parere per essere un professionista affidabile - alla capacità di guardare più avanti degli altri. Siamo in molti a cercare un impiego, e per ciò che ho potuto verificare, per la maggior parte dei casi di valore: la differenza la fa quel quid di originalità, il saper cogliere il nuovo e destreggiarsi fra i diversi linguaggi. Indispensabili, quindi, l'esser duttili, buoni ascoltatori, proattivi e creativi.
Inoltre, vorrei fare un appello per quanto riguarda la qualità: torniamo a metterla in primo piano, perché sono fermamente convinta che alla fine sia ciò che maggiormente paghi.