Nelle società occidentali tecnologicamente più avanzate, la percentuale d’adulti con età superiore ai 65anni è in aumento, grazie ai progressi della medicina, alle migliorate condizioni di vita e d’alimentazione. Assume così enorme rilevanza sociale il mantenimento di una condizione di efficienza psicofisica ottimale a tutte le età e con tale obiettivo, in parte subconscio, l’uomo, e soprattutto la donna, hanno iniziato a porre una sempre maggiore attenzione all’efficienza fisica e alla conservazione di una “buona forma”. La diffusione di palestre e centri benessere sul territorio ne sono sicura testimonianza.
Se è esagerato considerare l’attività fisica come sorgente di giovinezza, è certo, però, che essa ritarda il decadimento delle funzioni corporee che tipicamente si accompagna all’invecchiamento e alla vita sedentaria. La massa corporea aumenta dai 25 ai 50anni, per l’accumulo di grasso. La distribuzione dell’adipe sottocutaneo varia diversamente tra uomini e donne. I primi presentano una prevalente deposizione addominale, le seconde a carico di glutei, fianchi e cosce, non solo per un regime alimentare sbagliato, quanto piuttosto per la progressiva riduzione dell’attività fisica e del metabolismo basale.
Una buona attività aerobica garantisce la riduzione della massa grassa a favore di quella magra. Una forma d’accumulo di grasso è rappresentata dalla cellulite, meglio definita “adiposità localizzata”, costituita da adipociti, cellule rotondeggianti, ammassate in profondità come grappoli d’uva. Si tratta di un fenomeno fisiologico, che porta con sé problemi estetici, insicurezza e malessere psichico per un’inadeguata accettazione di sé.
Una delle armi più efficaci è la prevenzione, tramite il controllo del peso corporeo. Diffidate di cure dispendiose: dieta, ginnastica e massaggi sono i rimedi più naturali ed efficaci. È ben documentata anche la riduzione della massa magra: dopo i 30anni e soprattutto nelle donne, c’è una riduzione delle aree in sezione trasversale della coscia e della densità muscolare, con un aumento del grasso intramuscolare, ben evidente alla TAC.
Una regolare attività fisica favorisce la conservazione della massa proteica contrattile delle fibrocellule muscolari e ritarda la riduzione della massa magra, in pratica della forza. Si assiste, inoltre, a un processo di demineralizzazione ossea, più rapido nelle donne (36g/decade) che negli uomini (30g/decade). Inoltre, le donne mostrano un’accelerazione nella perdita di calcio durante il periodo della menopausa. È noto, infatti, come l’invecchiamento sia associato a una progressiva riduzione della statura, fenomeno che inizia intorno ai 40anni, più marcato nelle donne rispetto agli uomini.
La pratica sportiva contrasta le cause di tale riduzione, si oppone all’alterazione della struttura dei dischi intervertebrali, all’accentuazione della cifosi, alla riduzione della forza della muscolatura dorsale. Gli effetti benefici dell’esercizio fisico sono, comunque, proporzionali a intensità, durata e frequenza delle sedute di allenamento. Un certo miglioramento dello stato di salute si consegue con un’attività quotidiana, da leggera a moderata. Sia l’allenamento aerobico che di forza sono utili e tra loro integrabili nei programmi tesi a migliorare lo stato di fitness globale dell’adulto. Attività come jogging e corsa, ciclismo o tennis possono essere considerati attività relativamente pesanti.
Dovendo consigliare una vita fisicamente più attiva, si raccomanda una radicale modifica dello stile di vita piuttosto che impostare il discorso su attrezzature sportive e palestre. Il messaggio è molto semplice: dovete ricercare ogni occasione nella vita quotidiana per essere fisicamente più attivi, camminare, fare giardinaggio, guardare meno la televisione, fare le scale a piedi. E lo si raccomanda soprattutto alle donne, per le quali il trascorrere degli anni riserva maggiori sorprese, legate non solo alle modificazioni di composizione corporea, ma anche agli importanti fattori di rischio cardiovascolare.