Camminare è vita
Camminare a ritmo sostenuto fa vivere più a lungo. Non una camminata lenta ma una abbastanza veloce dall'ampia falcata.
Un nuovo studio americano appena pubblicato, dopo analisi durante 15 anni e condotte su migliaia di adulti americani, dimostra che accelerare il proprio passo aiuta a salvarsi la vita, e abbassi la possibilità di morte. Anche solo piccole differenze di velocità nel camminare, se ripetute con costanza, fanno vivere più a lungo.
Non basta, secondo questo studio, camminare sia pur lentamente ogni giorno per almeno 30 minuti, cruciale diventa camminare con energia. Camminare è l'attività fisica più praticata dagli adulti, in molte parti del mondo, soprattutto dalla mezza età in su.
I medici e le linee guida ministeriali raccomandano un minimo di 30 minuti di passeggiata possibilmente ogni giorno. Finora non si era parlato di velocità. Sembra quasi che d'ora in poi dovremo munirci di tachimetro per essere sicuri della nostra velocità di crociera se vogliamo arrivare alla soglia dei 100 anni.
Molte ricerche americane ed europee hanno fin qui dimostrato benefici si possono ottenere anche andando piano. Le discipline "slow" sono ovunque nate per far muovere i più sedentari. Le calorie si bruciano anche a passi lenti, alzando il numero di minuti camminati, raggiungendo gli stessi risultati di una corsa leggera.
La ricerca sulla velocità della camminata è del tutto diversa perché crea un legame fra ritmo sostenuto e longevità. Si tratta di uno studio svolto utilizzando i dati raccolti a partire dal 1998 dal laboratorio dell'ateneo di Berkeley che gestisce il National Walkers' Health Study.
I dati sono raccolti da 15 anni e si riferiscono a migliaia di camminatori adulti americani che si sono volontariamente iscritti allo studio e che praticano regolarmente attività fisica. I numeri si riferiscono a circa 7mila maschi e di 31mila femmine raffrontati con l'indice di mortalità americano.
Gli sportivi, erano già stati catalogati a seconda delle loro performance, in 4 categorie: si va dalla prima, quella dei più veloci, che vanta medie di 13,5 minuti a miglio terrestre (pari a 1,6 km circa), ovvero meno di 8 minuti e mezzo a chilometro, fino alla quarta, dei più lenti, che impiegano anche 20-25 minuti per percorrere un miglio a piedi ogni giorno (da 12,5 a 15,6 minuti per un chilometro).
Il rischio di mortalità decresce in rapporto all'intensità della camminata e aumenta se questa si attesta intorno ai 24 minuti o più impiegati per camminare un miglio (15 minuti per un chilometro). Nel campione di circa 39mila persone, duemila erano morte dall'inizio del monitoraggio, durato poco meno di dieci anni. E l'incidenza di morti nel gruppo dei camminatori "lenti" era più alta del 44 per cento rispetto a quelli più "veloci".
Come commenta uno dei dottori responsabili della ricerca, «i risultati suggeriscono che aumentare il passo offre benefici alla salute. Spingere il proprio corpo un po' oltre, sembra essere la causa di cambiamenti fisiologici positivi, effetti che un allenamento più dolce non comporta».