L'Alta Moda a Roma esalta una bellezza succulenta
Esuberanti principesse gourmet, divine e golose come trionfi di frutta caravaggeschi, muse procaci e solari come Sofia Loren, evanescenti fate silvestri, donne vestite come surreali architetture e botticelliane donne fiore.
Il grande spettacolo dell'alta moda italiana per la primavera-estate 2015 messo in scena nella capitale dai partecipanti alla Ventisettesima edizione di AltaRomAltaModa è un inno alla donna e alla sua maestosa, innocente, ancestrale bellezza.
Aspettando l'Expo 2015 imperniato sull'eccellenza tricolore di Food e Design, questa rassegna capitolina sempre più votata allo scouting dei giovani talenti e alla salvaguardia del nostro patrimonio artigianale nel lusso, ha esaltato una bellezza naturale e ghiotta dove il cibo e in generale la sostenibilità dell'ambiente che lo produce, spesso snobbato dal pianeta fashion, ora invece si fonde e si confonde con l'abito, da Vittorio Camaiani che regala ai suoi ospiti pregiate specialità alimentari, ma soprattutto da Gattinoni e Curiel Couture.
La maison Gattinoni, che continua a presentare progetti creativi all'avanguardia e di respiro internazionale - alla fine di marzo sarà ospite dell'ambasciatore italiano dell'Oman a Muscat per una esclusiva sfilata con molti modelli ancora inediti - ha scelto una location da gourmand come l'Open dello chef pluristellato Antonello Colonna adiacente al Palazzo delle Esposizioni per esporre le sue ultime toilettes eco-commestibili di purissima haute couture accompagnate e valorizzate dai gioielli 'Incub-eat' a forma di forchetta e girasoli disegnati dallo stilista Gianni De Benedittis per Futuro Remoto.
Il grande quadro vivente 'Couture à la carte' animato da modelle issate su piedistalli 'apparecchiati' con piatti e posate, è un tripudio di stampe e suggestivi interventi pittorici, di lavorazioni certosine, spesso eseguite da esperte artigiane siciliane con il chiacchierino con cui si possono fare miracoli di trafori e pizzi all'uncinetto per corpini dégradé e altre meraviglie dalle eleganti forme geometriche e dai tagli inusitati.
L'abito clou, che probabilmente sarà presente all'Expo di Milano, è il 'bread dress' ,un completo formato da un corpetto di spighe di grano, pantaloni di iuta cosparsi di salatini glassati e cristallizzati, un cappello impastato con il grano duro e bracciali di pane che si accendono dei colori di pietre dure.
Non si discosta troppo dal tema di una natura feconda, almeno nel finale della sua passerella, Raffaella Curiel che rende omaggio a una famosa opera di Caravaggio per l'abito di organza che riproduce un canestro di frutta.
La collezione applaudita da Clio Napolitano, Lella Bertinotti e Bianca Berlinguer, è bipartita: da un lato la maestria dell'atelier che si dispiega nelle complicate tecniche applicate a tailleur, tubini e abiti dal taglio impeccabile che ne hanno decretato la fama, dall'altro l'incantesimo dell'Oriente, traslato nelle lacche preziose avorio o scarlatto, quello dei tramonti e delle aurore spruzzate di polvere d'oro.
Preziose e assolutamente esotiche le creazioni orafe di Marina Corazziari che accompagnano quelli che la stilista milanese definisce 'abiti gioiello', 50 in tutto, memori dei suoi lunghi viaggi nel Sud Est asiatico, fra Thailandia, Giava, Sumatra, Vietnam e Filippine.
Più asciutta ma d'impatto la collezione di Sabrina Persechino, la stilista-architetto che si rifà alle costruzioni monumentali del Crystal Palace di Londra, della Torre Eiffel di Parigi e del Palazzo Italia, edificio principale dell'Expo di Milano del 2015 per modelli lineari e complessi ad un tempo: colli svettanti, pepli in pura seta verde acqua, giochi di luce e contrasti cromatici.
La magniloquenza estetica della couture per antonomasia trionfa su molte passerelle di alta moda fra cui quelle di Antonio Grimaldi, un vero en plein, e di Renato Balestra, entrambi sedotti dall'idea di una donna mitologica.
Il primo più ispirato da una fata della terraferma, il secondo da una Afrodite che sorge dalle acque.
Se Grimaldi punta su una donna fiore che sboccia in tutta la sua malia fra ventagli di plissé, eterei pannelli di georgette e organza come ali di libellula e ricami come preziosa brina del mattino, Balestra vagheggia una donna legata al mondo di Atlantide, con le sue cappe formate da grappoli di budellini di seta a imitare le alghe, abiti percorsi da ruches che si susseguono a formare un effetto spuma e sirene voluttuose avvolte in rivoli di jais e turchesi e vaporose nuvole di fili di organza a onde che paiono fluttuanti meduse.
"L'alta moda non può morire perché il mondo è pieno di nababbi: un mio abito è stato messo all'asta per 45 mila dollari" dichiara lo stilista.
Il vero lusso spesso è anche reticente e si nasconde fra le pieghe di lavorazioni discrete, come il double che invece richiede grande sapienza sartoriale: da Camillo Bona questa è l'idea guida per una collezione che celebra i vent'anni di carriera del couturier sulla pedana specchiata allestita nell'Acquario Romano, a pochi passi dalla Stazione Termini.
Fra gli abiti in bianco ottico e nero china ornati da intarsi di tombolo, mille trafori con le ampie gonne ispirate alla lezione pittorica di Silvestro Lega e degli altri Macchiaioli, svetta la mise da cocktail a princesse giallo limone ornata da pannelli di candido voile che è stato ordinato da Amal Clooney, appena convolata a nozze con il divo George.
E' una donna mediterranea ma più algida e stilizzata quella di Nino Lettieri che mutua i motivi geometrici dei mosaici di Pompei per creazioni intagliate e traforate al laser in bianco o verde smeraldo.
Sempre latina, molto rétro e legata al sex appeal anni '50 di Sofia Loren la collezione di Giada Curti che celebra una grande diva italiana fra ampie gonne basculanti stile 'New Look', top succinti, stampe floreali color glicine e lunghi pantaloni fluidi di pizzo.
Il pizzo, insieme alle plissettature, le fantasie botaniche, i ricami d'oro (Ettore Bilotta) e gli effetti lingerie intarsiati su abiti sensuali da boudoir (Antonella Rossi, Rani Zakhem) è uno dei temi di punta delle ultime passerelle di AltaRoma, divise fra una tensostruttura sistemata di fronte all'Auditorium di Renzo Piano e il Maxxi, il mega spazio museale di via Guido Reni progettato da Zaha Hadid.
Quest'ultimo ha ospitato le presentazioni delle giovani leve del Made in Italy di cui AltaRoma è da sempre promotrice, complice il connubio fra il fiuto per la creatività del presidente di AltaRoma Silvia Venturini Fendi e il supporto ai giovani talenti offerto dal concorso collegato 'Who is on next?".
Quest'anno i protagonisti della sezione dedicata ai giovani virgulti dello stile che, per usare le parole di Stefano Dominella, presidente di Gattinoni, "dopo essere stati lanciati dal vivaio romano dovrebbero investire le loro energie e risorse qui da noi nella capitale", sono stati lo stilista Salvatore Piccione, diplomato in Fashion Design nel 2008 allo IED di Roma, oggi creativo del brand Piccione.Piccione che ha già una buona visibilità in Italia e all'estero e Daizy Shely.
Il primo ha presentato in anteprima il suo ready-to-wear per l'autunno-inverno 2015-16 ispirato al mondo delle coccinelle e ai colori e motivi del loro 'manto' fino ai gilet berberi profilati di pelo e ai lunghi abiti in seta o velluto decorati da fantasie ispirate a Biba e alla Swinging London, rilette attraverso riferimenti iconografici alle vetrate delle cattedrali.
Durante la fashion week capitolina la città ha aperto location normalmente poco accessibili ai profani come Villa Poniatowsky vicina al Museo Etrusco per l'evento 'A.I. Artigianal Intelligence' con cui fra i costumi di Roberto Capucci, di Anna Mode e della Sartoria Farani Clara Tosi Pamphili e Alessio Dè Navasques hanno presentato un'officina di sperimentazione di nuovi marchi innovativi apprezzati dalla cool hunter Simonetta Gianfelici e dalla top blogger Diane Pernet.
Da segnalare gli accessori di Ginevra Odescalchi, le creazioni per Patty Pravo di Gianluca Saitto e gli abiti dalle lavorazioni inedite firmati dalla ventenne moldava Florentina Isaac.
Ormai i giovani stilisti russi sono sempre più di casa anche a Roma: la nuova edizione di Room Service, un'altra vetrina romana della moda alternativa e di ricerca, ha accolto a braccia aperte i modelli dell'armeno Vahan Khachatryan, di Kufiya Sulton e delle gemelle dell'Uzbekistan Guilnoza Dilnoza, che hanno presentato creazioni moderne e sofisticate da it-girl cosmopolite in pelliccia, lana double e pelle.
In attesa del responso del Governo sui nuovi fondi che dovrebbero essere stanziati entro quest'anno dal Ministero dello Sviluppo Economico per la moda italiana l'appuntamento è a luglio quando sulle passerelle romane approderà la haute couture di Valentino e secondo alcuni rumors forse anche l'alta moda di Dolce & Gabbana. Roma Caput Modae?
Enrico Maria Albamonte
ph. slide home page: soccio-dragone-sorrentino; raffele soccio-luca sorrentino; luca sorrentino-raffaele soccio; luca sorrentino