"L'Asia ai miei occhi", il libro di una giramondo partenopea
Una imprenditrice napoletana con ufficio a Londra, casa di rappresentanza a Roma e la valigia perennemente pronta verso mete esotiche e invidiate dalla maggior parte degli italiani.
Stefania Tucci ha voluto raccontare nel suo primo libro ("L'Asia ai miei occhi", edito da Marsilio) i suoi viaggi di affari e di piacere nel Continente asiatico e anche oltre (Australia).
Cuore partenopeo e cervello internazionale per descrivere senza pregiudizi mondi così diversi, ma anche così vicini. Con profonde differenze enonomiche e sociali, tenendo nel giusto conto le opinioni dei ceti abbienti, ma anche mescolandosi con la folla dei mercati o le donne
Come è nata l'idea del libro?
L'Asia ai miei occhi nasce nell'agosto del 2014 a Bangkok. Ero a bordo piscina al Mandarin Oriental Hotel (mia seconda casa in Asia) e arrivò l'elegante direttrice inglese con un pacchetto regalo per me, dicendomi che il quel giorno (24 agosto 2014) erano giusto 25 anni che io ero ospite ricorrente dell'albergo e con due raffinate coppette a forma di fior di loto in bronzo dorato –tipico artigianato thailandese – volevano festeggiare il mio essere cliente affezionato.
Questo dono inatteso mi ha fatto riflettere che effettivamente erano 25 anni che girovagavo per l'Asia, sia per lavoro che per piacere, spesso da sola, ma anche in compagnia di persone interessanti.
Negli anni, infatti mio marito, amici cari, clienti, erano venuti in Asia con me qualche volta per ragioni di piacere o di business. E spesso avevo rubato, spero non troppo immeritatamente, il lavoro alle guide turistiche...
Ho cominciato mentalmente a elencare i paesi che avevo visitato e cosa mi aveva spinto ad andarci e mi sono resa conto che li avevo visti quasi tutti e ho pensato che poteva essere interessante raccontarlo. In fondo sono una donna del Sud che ama condividere le proprie emozioni con chi ha voglia di farsi coinvolgere.
Il resto lo ha fatto Cesare De Michelis della Marsilio che mi ha indirizzato nella formula del libro di viaggi con un po' di geo politica e di economia.
Qual è il Paese che ti ha affascinato di più?
Il Myammar, per l'arte buddista. Pagan è uno dei posti più incredibili, 900 resti, alcuni molto ben conservati, di templi, monasteri, stupa.
In quale vorresti vivere?
E' facile rispondere Hong Kong, ho un ufficio, mi sento a casa. E poi è baricentrico rispetto a tanti posti del Sud Est asiatico, con 3 o 4 ore di volo (poche per la dimensione dell'Asia!) sei d'dappertutto, dal mare delle isole della Thailandia, a Beijing e Shanghai per business, ad Borobodur o a Luang Prabang per respirare la spiritualità buddista.
Dove sei stata trattata meglio? E peggio?
In Asia il servizio è leggendario, soprattutto nel sud est asiatico, dove l'ospite è sacro. Il Giappone ha una cultura del servizio straordinatria, non riesci a pensare un desiderio che fanno di tutto per fartelo provare.
In Medio Oriente, soprattutto in Iran, la condizione della donna è di costante inferiorità e anche quando sono costretti a servirti, perché sei il cliente pagante, lo fanno con un fondo di disprezzo, per la tua femminilità.
Hai mai avuto paura?
Si, quando nel dicembre 2010 ho viaggiato in auto, sia pure con un autista, tra il nord del Libano e la Siria. Avevo sottovalutato la miccia accesa in Tunisia delle Primavere Arabe.
Capannelli di giovani uomini agli incroci delle strade che bruciavano copertoni di automobili e bandiere americane e israeliane, inneggiando ad Hamas.... In quelle circostanze il passaporto europeo è un'aggravante al tuo essere donna, straniera. Si rischia di essere rapiti solo perché rappresenti un riscatto che il tuo governo, o la famiglia pagherà...
La questione femminile com'è vista da te e dalle donne dei Paesi che hai visitato?
La questione femminile è profondamente diversa nei tanti paesi che ho visitato. In genere quelli ex comunisti (Vietnam, Cina, Mongolia, Laos, Cambogia) c'è una certa parità dovuta agli anni di regime che aveva alquanto uniformato la condizione dell'uomo e della donna riguardo all'istruzione, all'inserimento nel mondo del lavoro.
In Giappone, il premier Abe, coadiuvato dalla moglie, sta conducendo una incisiva campagna per spingere le donne a lavorare fuori casa.
In India, come in Sri Lanka, le donne possono essere ancora molto discriminate e abusate, ma entrambi i paesi hanno avuto donne premier prima che in Europa (ricordiamo tutti Indira Gandhi ma anche l'italiana Sonia Maino Gandhi, quest'ultima leader del partito del Congresso).
Direi che in questi paesi dipende molto dallo status sociale: le donne ricche e nate in famiglie potenti hanno le stesse opportunità degli uomini.
Inoltre in India le donne che lavorano e sono inserite nel mondo del lavoro accettano meno i matrimoni combinati o soprusi familiari, in quanto possono contare su fonti di reddito autonomo. Nel mondo del lavoro c'è però ancora disparità salariale a parità di competenze.
In Buthan è interessante perché in alcune valli vi è la poligamia ed in altre la poliandria, dipende se vi è preminenza di uomini o donne.
Tutti però devono avere un marito/moglie per dare a ciascuno l'opportunità di riprodursi e trasmettere i propri geni. Del resto il paese è scarsamente popolato, ha molti monaci e monache votati alla castità, e quindi socialmente si cerca di far sposare tutti per motivi demografici.
Nei paesi del Medio Oriente, la discriminazione tra uomini e donne è molto forte, appena attenuata dalla classe sociale e dall'essere straniera.
Dov'è che hai registrato maggiori progressi? E regressione?
Miglioramenti ovunque sulle infrastrutture: aeroporti nuovi, efficienti, spesso bellissimi. Linee aere con velivoli nuovi. Autostrade. Migliorata ovunque la pulizia, sia dei luoghi pubblici che personale.
Maggiore scolarizzazione, con molti che parlano qualche parola di inglese (questo anche a causa delle trasmissioni televisive, ha fatto più MTV tv o Fashion TV che il British Istitute!).
Mediamente si vive più a lungo, è ridotta la mortalità infantile e quella di parto, si sono ridotte le morti per infezioni/epidemie (tipiche dell'età giovanile), sono aumentate quelle per malattie cardiocircolatorie (tipiche dell'età senile). Peggiorata la democrazia in Thailandia a causa della giunta militare, migliorata quella in Myammar con l'elezioni del 2015.
Qual è il Paese migliore per concludere affari in questo momento?
L'india, con il programma di apertura varato dal Premier Modi. E poi l'Indonesia, paese ricco di materie prime. Entrambi sono anche dei grandi mercati (complessivamente 1.7 miliardi di persone) con una classe media in crescita esponenziale.
Quale consigli per un viaggio di piacere e perché?
Leggere sempre prima la storia del paese che si vuole visitare, per capire di più della cultura del popolo che si andrà ad incontrare.
Solo bagaglio a mano, e dire molti "si" alle opportunità che le persone che incontri ti offrono. Rispettare i luoghi di culto, si può pregare il proprio Dio anche in un tempio dedicato ad un'altra divinità; è comunque un luogo sacro.
In un mondo globalizzato l'accoglienza e la fiducia tra i popoli dovrebbe essere la regola. Perché i migranti fanno paura? Cosa hai imparato dai tuoi viaggi?
I migranti fanno paura in quanto la classe media nei paesi cosiddetti del primo mondo (ma anche in Australia) a causa della crisi ha visto ridursi le proprie aspettative di benessere.
Allora il migrante è percepito come qualcuno che toglie ulteriori opportunità, anche in termini di assistenza pubblica. Poi c'è l'ignoranza e la paura del diverso.
Inoltre molti governi non investono in formazione/scolarizzazione per i migranti per cui non gli si insegnano i nostri valori di convivenza (rendendola difficile per persone dal back ground molto diverso) né gli si insegna un mestiere per farli lavorare nel mercato legale.
In realtà con la crisi demografica che c'è in Europa i migranti possono essere impiegati in tanti settori, come del resto lo sono già in alcuni. Basta pensare alla cura degli anziani, dei bambini, della casa, la sanità, dove spesso il personale è straniero.
Dai miei viaggi ho imparato il rispetto per le altre culture, religioni, tradizioni, in una parola, per gli altri, inteso come il proprio prossimo.
Inoltre il viaggio è un arricchimento personale che nessuno potrà più toglierti; ti ricorderai per tutta la vita dell'emozione che ti ha dato un posto nuovo o della gioia di tornare in un posto già visto e scoprirne i cambiamenti.
Stefania Tucci, L'Asia ai miei occhi, Marsilio, pp. 262, euro 20,00.