L'anno del coniglio
Un outsider che tutto quello che vuole è trovare un lavoro per poter comprare un paio di scarpe al suo bambino. È Vatanescu, clandestino romeno in Finlandia, protagonista del romanzo “L'anno del coniglio” con cui Tuomas Kyro, 39 anni, tra gli scrittori più importanti della sua generazione, si fa conoscere in Italia.
''Povertà, disoccupazione, miseria ci sono sempre state, ma cambiano luogo e forma. Magari ora in Romania sono poveri ma cinquant'anni fa in Finlandia eravamo noi a essere poverissimi.
Siamo diventati ricchi dalla fine della seconda guerra mondiale. Nella Finlandia rurale la gente viveva prima in buche scavate a terra, in grotte. Dobbiamo ricordarci chi siamo e da dove veniamo e non essere arroganti verso le nazioni piu' povere o i singoli esseri umani che se la passano male'' dice lo scrittore.
La storia
Vatanescu, clandestino rumeno in Finlandia, arriva nel mondo da cui Vatanen, il leggendario eroe dell'Anno della lepre di Arto Paasilinna, era fuggito: il libero, prospero e frenetico Occidente. Forte di un contratto a tempo indeterminato da mendicante per Jegor Kugar, ex agente del KGB nonché trafficante di droga, armi ed esseri umani, è pronto a intraprendere la sua epica scalata verso l'integrazione – e a comprare al figlio Miklos quelle scarpette da calcio che ha sempre sognato.
Ma la carriera di accattone è tutt'altro che promettente e Vatanescu, presa la fuga, si ritrova sballottato da Helsinki alla Lapponia, braccato da polizia e mafia russa, con un coniglio salvato in un parco come inseparabile talismano.
A quarant'anni dal famoso romanzo di Paasilinna, Tuomas Kyrö racconta l'epopea di un outsider dei nostri giorni, trascinato per tutti i gradini della società e i trabocchetti della burocrazia, le battaglie di filantropi, ambientalisti, politici e i sogni di una prestigiatrice incompresa. Perché se Vatanen ha potuto scegliere la natura e la libertà, Vatanescu non ha altra scelta che rincorrere un posto a lui negato nel sistema, per arrivare a concludere perplesso: "Non sapevo che la vita facile potesse essere tanto difficile".
La sua fresca ingenuità diventa humour sottile in un viaggio nell'Europa globalizzata e nell'eterna corsa alla felicità, dove c'è chi parte con belle scarpe lucide e chi con ciabatte sfondate, ma lotta perché almeno il figlio possa giocarsi la sua partita con un vero paio di scarpe con i tacchetti.
Tuomas Kyrö, L'anno del coniglio, Iperborea, pp.352, 16,50 €