Parma:"Il cibo immaginario"
Nelle belle sale del Palazzo del Governatore nel cuore di Parma, la capitale della Food Valley italiana, è ospitata fino al 15 giugno 2014 l'intrigante mostra Il cibo immaginario. 19501970 Pubblicità e immagini dell'Italia a tavola.
Il parmense, com'è noto, è per tradizione uno dei santuari del buon cibo e delle eccellenze alimentari e non è un caso che proprio a Parma si svolga Cibus (58 maggio 2014), l'unico salone italiano con qualche rilevanza nel panorama internazionale di settore.
La mostra, prodotta da Artix e curata da Marco Panella, è molto intrigante perché attraverso le immagini pubblicitarie delle abitudini alimentari italiane di un ventennio (19501970) particolarmente importante per la storia
economica e lo sviluppo del Paese si può ripercorrerne l'incredibilmente rapida trasformazione e l'approdo tra gli Stati più sviluppati e leader mondiali.
Il progresso industriale e sociale, la trasformazione dell'agricoltura, le imponenti migrazioni interne e l'avvento di mezzi di comunicazione di massa particolarmente incisivi come la televisione hanno determinato un radicale mutamento nella cultura degli Italiani e nei loro stili di vita.
Tutto questo è fedelmente e intelligentemente espresso da Il cibo immaginario attraverso oltre 400 immagini pubblicitarie che esemplificano i dodici temi trattati: le nuove forme del paesaggio domestico, la scoperta del tempo libero, l'affinamento dei gusti che proietta il nascente italian style anche nel cibo.
Ma anche l'Italia dei concorsi a premio e delle offerte speciali... e 30 fotografie significative nel raccontare attraverso volti di persone comuni l'Italia semplice e carica di speranze, entusiasmi e ottimismo cui si rivolgeva la pubblicità e che dalla pubblicità traeva i propri sogni.
La mostra rappresenta anche una piccola storia dell'evoluzione del segno grafico, dei temi e dell'immagine pubblicitaria, parallela a quella della mentalità e degli stili di vita, ancora latenti in molta parte della popolazione italiana, ma che sarebbero clamorosamente emersi con i mutamenti epocali degli anni Settanta.
L'esposizione è completata da una rassegna di circa 200 oggetti tra riviste, cataloghi premio, depliant, agende, calendari e calendarietti, fotografie, cartoline illustrate, fumetti, figurine e gadget (che allora erano definiti 'oggetti regalo').
Una mostra bella e interessante che fa gioiosamente rivivere ai settantenni la propria giovinezza e conoscere ai giovani un'epoca per mentalità distante anni luce dall'attuale e caratterizzata da una grande voglia di fare, dalla speranza di creare un mondo migliore e in cui, in definitiva, non si stava male.