COLLI DI ALESSANDRIA, NOBILTÀ E STORICITÀ DI UN TERRITORIO
di Giampietro Comolli
Territorio vissuto da antiche popolazioni, poi liguri, che vivevano nelle caverne naturali sottoterra anche scavate a mano, da qui chiamati cavaturini. Si narra che una figlia del re di Francia Clodomiro fuggì dal padre perché era contrario alla storia d'amore con un semplice cavaliere. La principessa Gavia, nel VI°secolo, si rifugiò in un borgo sulle colline fra il torrente Lemme e l'Orba, sotto la giurisdizione dello Stato della Chiesa e del Papa San Simmaco. Gavia ampliò il borgo, aiutò molti abitanti, diede il proprio nome al luogo che la ospitò. La storia dice anche che era una "nobile cortese". Terra cavalcata dal nobile Aleramo verso l'amata Adelasia figlia dell'imperatore Oddone con il cavallo ferrato da un mattone di argilla, in dialetto mon frà, che darà il nome Monferrato. Per secoli l'uva "bianca", detta "cortese" come sono chiamati i piemontesi, perché delicata, floreale e leggera, era molto gradita nelle case nobili e ricche, mentre al popolo e agli osti era "rifilato" i vini sfusi di Moscato e Nebbiolo. Cose d'altri tempi.
Riscoperto il Gavi di Gavi più recentemente, grazie a personaggi innamorati dei luoghi e del vino, come la famiglia di Vittorio e Mario Soldati, in quel cru che è il crinale di Rovereto. Ricordo quando, a metà degli anni '60 del secolo scorso, al noto ristorante dei vip Le Pirata di cap Martin e al Gran Palais di Montecarlo volavano fiumi di Gavi di Gavi etichetta Nera grazie all'amore del playboy piacentino Gigi Rizzi con Brigitte Bardot e alla passione per questo vino. L'Oltregiogo, o alto Monferrato, è la patria del Gavi, del Timorasso, del Dolcetto di Ovada, un itinerario enoturistico e gastronomico interessante che collega il Parco naturale delle Capanne del Marcarolo, con l'antico potente castello dei marchesi Spinola a San Cristoforo con il Forte di Gavi. Il tragitto svela i legami fra Genova e Alessandria, i maestri del ferro battuto, le lavorazione di merletti e del legno, le argille colorate degli intonaci delle case, la pinacoteca di Voltaggio e il sacrario della Benedicta, le miniere d'oro di Casaleggio Lerma.
Gli scavi archeologici della antica città romana di Libarna vicino a fiume Scrivia sulla strada che univa le città piemontesi della pianura con la riviera ligure di ponente e Genova da cui arrivava olio d'oliva, il pesce e il sale. Terra ideale per gli appassionati di golf che possono fare il giro di 3 campi: Club Country Golf a Serravalle, Colline di Gavi a Tassarolo e Villa Carolina a Capriata. Oggi la denominazione di Gavi Docg ha 1500 ettari vitati su terreni di diverso tipo, dettati dalle era alluvionali dei crinali appenninici esposti verso nord-est, che guardano la pianura piemontese fertile, dai marnosi-argillosi, ai calcarei-argillosi, alcuni terreni bianchi altri scuri. L'ambiente e il clima è particolarmente influenzato dalle brezze montane piemontesi e dai venti salmastri del mar Ligure. Le Terre Cortesi del Gavi, il vitigno principale è infatti il Cortese bianco, sono una meta turistica enogastronomica importante nel panorama enoico piemontese, rappresentando il vino bianco più noto.
L'uva di Cortese, acidula per natura, anche salmastra, diventa vino con profumi di petali di margherita e fiori di limone, fresco e fine, dal sapore ghiaioso e un po' di metalli. A Rovereto si entra nella azienda vitivinicola e cantina La Scolca (contatto +390143682176) guidata da Giorgio Soldati con la figlia Chiara, icona unica dell'intero distretto, vigna-giardino che avvolge la villa storica, azienda dedicata alla "Terra del Gavi" a 360 gradi, con una gamma di vini ampia e di pregio, difficile sceglierne uno. Allora ecco due grandi vini di una grande azienda. Il Gavi di Gavi Docg Soldati La Scolca Etichetta Nera 2018 presenta un colore giallo paglierino vivo e intenso indice di personalità; ventaglio di aromi di grande finezza, pulizia eleganza con sentori di pietra focaia; in bocca ha carattere unico inconfondibile, minerale variegato di frutti freschi gialli e dorati abbinati a mandorla e mallo di noce in armonioso equilibrio acido aromatico per finale completo e suadente.
L'altro vino è il Soldati La Scolca d'Antan VSQ millesimato brut blanc de blanc, non Docg per scelta, uve Cortese in purezza, cuvée di partite piccole differenti, minimo 110-120 mesi di affinamento sui lieviti ed altri mesi di dettagli, di cura e rispetto del metodo tradizionale classico. Corona di perle misurate finissime e fittissime e brillantissime, su una vestigia dorata trasparente e nitida; profilo aromatico ricco di fiori gialli d'acacia e gelsomino e ginestra con tono leggero speziato di zucchero filato; Il sorso è vellutato e travolgente, patrimonio di papaia e mango, acidità morbida, asciutto e verticale, pieno raffinato aristocratico con un finale piacevolmente persistente misto di mandorla e nota di biscotto secco. In Gavi paese, dopo una visita al Forte di Gavi fra vigne, boschi di castagne, sosta alla antica pasticceria di GB Traverso per i famosi amaretti morbidi e pranzo tipico degno di nota al ristorante Peccati di Gola in via Roma oppure alla trattoria Zia Cate in via Mameli.
A Rovereto di Gavi, merenda prelibata o colazione a base dei famosi agnolotti in brodo, all'osteria da Marietto a Pessenti. Una altra sosta-merenda è da programmare a Novi Ligure, città dei palazzi dipinti come quello dei Delle Piane , Doria, Spinola, con visita alla Colleggiata e al museo ei grandi campionissimi del ciclismo italiano, a La Rotonda per l'assaggio della miglior farinata fritta tipica di tutte le colline oppure a Les Gourmandises di Marie Clare oppure sempre in piazza Dante a Gavi, grande soddisfazione alla Locanda Tucagnèi. Per i pernotti imbarazzo nella scelta: il relais Villa Pomela lungo via Serravalle offre pace in un ambiente liberty con anche cena oppure a La bollina in via per Monterotondo oppure, leggermente fuori zona oltre lo Scrivia, l'agriturismo di charme La Traversina sulla strada della Capanna oppure il B&B Casa Clotilde a Stazzano oppure all'hotel Al Castello in pieno centro a Gavi.