Altaroma, sempre più vetrina internazionale di stile
Rigore e opulenza, lusso e nitore e soprattutto un nuovo self restraint: anche a Roma l'alta moda ringiovanisce in un'ottica modernista e si aggiorna alle esigenze di un mercato in continua evoluzione.
Culla dell'artigianato e della sperimentazione dedicata ai giovani, la kermesse Altaroma appena conclusasi nella capitale conferma la volontà di rilancio e rinnovamento di una città aperta ai grandi talenti stranieri e ai giovani, come gli stilisti emergenti che negli ultimi 10 anni hanno calcato la passerella del concorso Who is on Next?
Ad allietare la high fashion week non sono mancati i grandi eventi mondani fra moda e cinema come la vernice della mostra fotografica Forma/Luce con Isabella Ferrari patrocinata da Bulgari o il taglio del nastro della nuova boutique Longchamp e di Ladurée, tempio dei gourmand globali che ha inaugurato la sua prima tea room.
Il tutto a ribadire la vocazione della rassegna a mantenere il ruolo centrale di vetrina trasversale dell'eccellenza italiana. "Altaroma è il festival della creatività", ha dichiarato con orgoglio Silvia Venturini Fendi, presidente dell'ente che da molti anni promuove il bello e ben fatto della Caput Mundi, osservando le installazioni create da un'idea di Clara Tosi Pamphili e Alessio de' Navasques.
I fondatori del laboratorio creativo A.I. Artisanal Intelligence stavolta hanno dedicato i loro tableaux vivants alle radici romane di stilisti e costumisti d'antan come fonte di ispirazione della moda passata ma soprattutto di quella attuale negli spazi suggestivi della nuova Galleria d'arte di Giacomo Guidi a Largo Cristina di Svezia.
"E' proprio questa singolare contaminazione di linguaggi così apparentemente distanti fra loro-aggiunge la Fendi-fra arte, cultura, costume, estetica, cinema e quindi anche e soprattutto moda che contraddistingue e rende unica questa città".
La manifestazione ha letteralmente monopolizzato per soli 5 giorni delle location d'eccezione : gli Hortii Sallustiani e Palazzo Braschi, L'Accademia dei Lincei di Palazzo Corsini, il Palazzo dei Congressi dell'Eur e il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.
Gli eventi, gli artisti e i creativi coinvolti nell'ultimo calendario estivo(dal 12 al 16 luglio 2014) con sede nel complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia hanno espresso in modi diversi ma sempre originali la componente modernista e lo spirito d'avanguardia che la città tutt'altro che polverosa da varie stagioni cerca di comunicare anche all'estero, esportando un'idea di stile che affascina anche l'Asia.
Presenti alla fashion week in prima fila infatti anche i rappresentanti della Asian Couture Federation, il gruppo a cui fa capo Fidé, la fashion week couture di Singapore che ha nel suo team direttivo Kenzo Takada. Potrebbe essere proprio questo organismo secondo alcuni rumors, il nuovo partner di Altaroma.
Del resto anche i dati positivi dell'export delle aziende che gravitano intorno ad Altaroma avallano l'orientamento della manifestazione ad acquisire visibilità nei mercati preminenti del fashion business globale.
Giada Curti ad esempio, dopo l'annuncio dell'apertura della sua prima boutique a Dubai parla sempre più arabo ma senza rinnegare la linearità imperante e un gusto non eccessivamente ridondante come citazioni del tailleur Bar di Dior e tuniche di guipure floreale corredate da guanti e turbanti da Mille e una Notte.
Come di consueto gli stilisti medio orientali anche a Roma, come a Parigi, animano il calendario con le loro creazioni che incontrano sempre più l'impostazione di stile della donna occidentale, cosmopolita e molto pragmatica.
Da Curiel Couture dominano gli accenti esotici in un cocktail di modelli sempre più sobri ed epurati dalla impeccabile costruzione.
Come i soprabiti matelassé, le sovrapposizioni di gonne pareo in grisaglia su gonne a tubo, e i tailleur con giacche dalle spalle a T che citano i motivi cashmere dei costumi dei Balletti Russi, evocati dagli abiti da gran sera di Raffaella Curiel con le gonne da ballo animate da riproduzioni delle tele di Chagall, in un trionfo di colori vividi.
Più tenue ma non meno sfarzoso, pur nell'armonia rigorosa dell'insieme, appare il binomio rosa e nero, scelto da Renato Balestra per rappresentare l'austerity e la positività, le due anime di una donna che sa scegliere fra completi da cocktail e sinuose silhouette da sirena in velluto ammantate di cappe di faille confetto.
Di sera tralci di fiori stilizzati di canottiglie e virtuosismi di broderies effetto filigrana ispirati ai fasti del Secondo Impero illuminano brevi giacche e sontuosi abiti di gala in tulle dai corpini iridescenti.
Si trova intorno al collo il baricentro della silhouette pitagorica dei modelli firmati Sabrina Persechino, che nella vita alterna l'attività di stilista a quella di architetto con prestigiosi incarichi presso il Ministero dei Beni Culturali.
L'ispirazione parte dall'architettura organica di forme mutuate da Gaudì e da Frank Lloyd Wright in cui la natura diventa artificio: perfino le acconciature a spirale di Sergio Valente richiamano la costruzione a scalini dei boleri e le alette che definiscono i fianchi dei fourreaux decorati dai colli di pelle amovibili, per una nouvelle couture dal mantra design.
Appare classy, sensuale ed effervescente l'esprit de geometrie fatto di tagli sapienti e volumi calibratissimi, in un mirabile esercizio di stile, l'operazione di rinnovamento impresso all'allure della maison Sarli da Rocco Palermo, ex braccio destro talentuoso del grande maestro scomparso Fausto Sarli, tornato per dirigere l'ufficio stile della maison dopo due anni passati da Armani Privé.
E' lui la grande rivelazione dell'ultima edizione di Altaroma. Da Sarli Couture un brio londinese à la Kate Moss arricchito da spunti parigini ha suscitato l'approvazione persino delle clienti storiche che ricordano con nostalgia lo stile delle creazioni nuziali ricamate di perle quando l'atelier di Sarli, oggi in piena espansione, si trovava a Napoli in via dei Mille.
Ed è un omaggio al maestro fra passato e futuro, sia il grande abito da ballo color fragola, sorprendentemente in tinta con il manifesto del cult movie Darling con Julie Christie, sia la cappa a lanterna che cela appena la tuta in cadì ricamata di perle e cristalli per una sposa space age, romantica e geometrica.
Enrico Maria Albamonte