Gli sconfinamenti di Cucchi
Oltre 50 opere fra dipinti, sculture e ceramiche inseriti in una narrazione senza distinzione di genere. È questa l’impostazione della mostra dedicata all’artista Enzo Cucchi in corso fino al 1 aprile 2012 al Marca di Catanzaro. La rassegna rientra nel progetto sulla Transavanguardia italiana ideato e coordinato da Bonito Oliva in occasione dei 150° anniversario dell’Unità d’Italia che prevede il coinvolgimento del MARCA insieme ad altre importanti istituzioni.
Bonito Oliva ha posto l’accento su come “la visionarietà di Cucchi vada incontro a un percorso nomadico, spesso imprevedibile, fatto di continui sconfinamenti e di disseminazioni in un terreno che coinvolge il sacro e il profano, la componente materiale e quella volatile, immateriale.” La mostra non è lineare, secondo un parametro cronologico o tematico, ma è espressione di un costante processo che si determina nelle sale del museo in base a una tensione emotiva, ben evidenziata da un allestimento sofisticato.
In questo disegno aiuta la creatività di Cucchi che aggrega forme e materiali eterogenei uscendo da ogni forma di schematismo, riorganizzando gli spazi del museo attraverso un progetto che apre nuovi interrogativi sul processo artistico e creativo. Per il direttore artistico del museo “Cucchi non è solo il protagonista di un’esperienza artistica che ha modificato radicalmente il rapporto con l’arte e la cultura superando ogni forma di retorica ideologica, ma è l’artefice di una ricerca dove l’immagine esprime la sua forza tellurica senza mai rinunciare al suo costante bisogno di meravigliare.”
Enzo Cucchi è considerato l'artista più visionario tra gli esponenti della Transavanguardia. Impostosi all’attenzione internazionale fin dagli anni Ottanta, già dalla fine degli anni Settanta entra in contatto con gli artisti Clemente e Chia, con i quali instaura uno proficuo confronto dialettico e intellettuale.
La sua pittura non ha coordinate spazio temporali e denota continue incursioni emotive frammezzate da rimandi culturali. Vanta un personale uso dei colori, addensati, poi stirati, violenti, poi accennati, e una sperimentazione ad ampio raggio delle tecniche artistiche, dalla pittura alla ceramica, dal mosaico, al bronzo. Si muove con sicurezza fra più ambiti (dalle arti visive all'architettura, al design, alla moda). Negli ultimi anni i suoi lavori dimostrano un linguaggio fondato sul cortocircuito tra forza narrativa del segno e seduzione formale della materia. Esempi ne sono gli affreschi della Cappella di Monte Tamaro, vicino a Lugano, progettata dall'architetto Mario Botta (1992 - 1994) e l'ideazione del sipario del teatro La Fenice di Senigallia (1996).
Numerose sono le sue personali oltre che le mostre collettive nei più importanti spazi espositivi italiani e stranieri come la Kunsthalle di Basilea, il Solomon R. Guggenheim di New York, la Tate Gallery di Londra, il Centre Georges Pompidou di Parigi, Palazzo Reale di Milano, il Sezon Museum of Art di Tokyo, il Museo Correr di Venezia e la Triennale di Milano. Presente anche alla Biennale di Venezia e Documenta di Kassel. Le sue opere si trovano nelle maggiori collezioni museali del mondo e nelle più prestigiose collezioni private nazionali e internazionali.