Un po' guerriero, un po' sognatore a Milano sfila l'uomo intelligente
La lezione dei grandi poeti e pensatori come Bob Dylan, non a caso insignito di un Nobel, di Ernest Hemingway e di Pablo Neruda la dice lunga sul ruolo che l'uomo del futuro assumerà in una civiltà piena di insidie, sfide e incognite.
La globalizzazione, il nuovo governo Trump, la minaccia di attentati terroristici sempre più cruenti e devastanti, l'emergenza ambientale: sono solo alcune delle grandi questioni alle quali si deve dare una soluzione anche con un look diverso.
Perché la moda è la radiografia di una società: e se c'è bisogno di proteggersi giocando in difesa ecco che torna la divisa ma rivista in chiave pacifista.
Se c'è da dominare e addomesticare la natura effetto 'Revenant' ecco che torna di gran moda il montone più selvatico.
Se la tecnologia e con essa la funzionalità richiamano a un nuovo ordine ecco borsoni capienti che si aprono come seggiole.
Se l'originalità fa sentire il suo appello ecco scarpe come calzettoni di maglia o pantofole ma in peluche per uscire perfino sulla neve, e per chi vuole fare una crociera sulla luna ci sono abiti sci-fi tutti laminati d'argento.
Insomma un uomo tutto nuovo che per vestire si affida più all'intelletto che all'istinto e che alle eccentricità da passerella preferisce uno stile anzitutto funzionale e asciutto e poi molto confortevole, il tutto distillato con grazia ed eleganza.
Accessorio irrinunciabile una sciarpona tricottata ai ferri per incorniciare il viso e fasciare il busto come suggerisce Giorgio Armani.
O avvolta intorno al collo secondo Miuccia Prada pensiero che evoca un pittore naif anni'70 con tanto di basco di pelle e borchie che dipinge Nature Morte e tele da arte povera vestito di velluto a coste e tweed, con collane di osso o conchiglia che gli pendono dal collo.
Funzionalità significa sdrammatizzare il classico completo da uomo che evidentemente non usa più perché fa troppo divisa di Mao (o di Agnelli).
Meglio inserire al punto vita di una giacca dalle spalle scese un po' anni '80 una bella coulisse che dia quel piglio casual anche al più classico dei blazer.
La parole chiave è design confortevole, fatto per essere vissuto tutti i giorni, ma attenzione sempre molto raffinato come prevede Guillaume Meilland nuovo direttore creativo del menswear di Salvatore Ferragamo.
Ragazzo di talento e di cervello che sa come rendere un uomo elegante e contemporanea: basta una lavorazione particolare, un intarsio agugliato sul dorso di una giacca, un'arricciatura sull'orlo dello spencer rivisto e corretto per fare la giusta differenza in un armadio carico di saggezza e bel vestire.
Il nostro coté animale ha un che di aristocratico come dimostra anche la favola 'La bella e la bestia'.
Ne sa qualcosa il duo creativo Dolce & Gabbana che manda in passerella 'i nuovi principi', figli d'arte di grandi artisti, musicisti e attori o semplicemente giovani, carini e molto influencer che non disdegnano di vestire di broccato, di pelliccia maculata, di tessuti tappezzeria, con abiti pennellati addosso da grande dandy sintonizzato con la rete e con la vasta comunità dei Millennials.
E' attenta alle community anche Donatella Versace che lavora su silhouette molto flessuose e su bellissime stampe quasi tribali con lampi di rosso incandescente su pelle e nylon che fanno pensare alla passione ma anche ai meteoriti e a conflagrazioni cosmiche, per un uomo autentico che ama sognare ed è già sulla luna.
Alberto De Angelis