LIQUIRIZIA DI CALABRIA DOP, L'ORO NERO

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La Liquirizia di Calabria DOP è ottenuta da coltivazioni e da piante spontanee della specie Glychirrhiza glabra (Fam. Leguminose) nella varietà comunemente detta "cordara". Si tratta di Radice Fresca o Essiccata oppure dell'Estratto di Radice. La Liquirizia di Calabria DOP Radice Fresca ha un colore giallo paglierino e un sapore dolce, aromatico, intenso e persistente. La Radice Essiccata invece ha un colore variabile dal giallo paglierino al giallo ocra e un sapore dolce, fruttato e leggermente astringente; l'Estratto di Radice ha un colore che va dal marrone terra bruciata al nero e il sapore è dolce-amaro, aromatico, intenso e persistente.

L'uso della liquirizia

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La liquirizia è un prodotto che non è impiegato solo ed esclusivamente nel settore farmaceutico, ma anche in quello erboristico e dolciario, per produrre caramelle dure, gommose, torroncini, grappe, liquori, gelati, decotti, profumi, doccia schiuma ma anche per preparare sciroppi, tisane e un ottimo liquore digestivo. Negli ultimi anni, questo estratto sta trovando impiego anche in altri settori, per esempio per la creazione di pannelli isolanti e per l'estrazione di schiumogeni antincendio.

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La Calabria, favorita dalle condizioni climatiche e ottimali del terreno, nel corso degli anni è divenuta la maggiore produttrice, infatti il 70% della produzione di liquirizia avviene in Calabria. I suoi composti sono risultati utili al benessere psico-fisico quali la liquiritigenina, la isoliquiritigenina e il Licochalcone A, quest'ultimo in percentuali significative. La Liquirizia di Calabria DOP Radice Fresca o Essiccata si conserva bene in luogo fresco e asciutto, al riparo da fonti di calore. Si trova in commercio all'interno di confezioni in cartone, vetro, metallo, ceramica, polipropilene ed altri materiali idonei dal peso variabile da 5 gr fino a 25 kg.

Zona di produzione

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L'area storica di produzione della liquirizia era la zona costiera della Calabria e in particolare l'area principale situata tra i comuni di Villa Piana, Cerchiara di Calabria, Cassano-Sibari, Corigliano Calabro, Rossano situati nella piana di Sibari, dove ancora oggi si concentra la maggiore produzione di liquirizia. Comprende anche numerosi comuni delle province di Cosenza, Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria.

Cenni storici

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La liquirizia in Calabria è una tradizione, un prodotto della terra e della cultura che nel corso dei secoli ha acquisito un'importanza sempre maggiore. Numerosi documenti storici provano che questa pianta era molto diffusa e utilizzata già nel Seicento e nel secolo successivo le coltivazioni si estendevano lungo tutto il litorale ionico, ma anche nella valle del Crati e in ampie fasce della zona costiera tirrenica.

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Consorzio di Tutela della Liquirizia di Calabria DOP
Corso Luigi Fera 79, Cosenza
Tel. 0984 407763
www.liquiriziadicalabriadop.it 



Conoscere la Calabria

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La Calabria è una regione dell'Italia meridionale con circa 2.000.000 di abitanti e con capoluogo Catanzaro. Le altre province sono: Cosenza, Reggio Calabria, Vibo Valentia e Crotone. La Calabria ha una superficie prevalentemente collinare, che si estende per il 49,2% del suo territorio, presenta ampie zone montuose che coprono il 41,8% del suo territorio, mentre il restante 9% è pianeggiante: a nord il versante meridionale del Massiccio del Pollino al confine con la Basilicata, con le vette più elevate della Calabria, il Monte Serra Dolcedorme (2.267 m) e il Monte Pollino (2.248 m); Nel nord-ovest, a sud della piana di Campotenese, si elevano i cosiddetti Monti di Orsomarso dove la cima più alta è il Cozzo del Pellegrino (1.987 m). A sud del passo dello Scalone ha luogo la Catena Costiera, che si allunga tra la costa tirrenica e le profondi valli dei fiumi Crati e Savuto, la cui cima più elevata è il Monte Cocuzzo (1.541 m); Nel centro-nord la Sila, un vasto altopiano con grandi foreste di aghifoglie e latifoglie, la cui vetta più alta è il Monte Botte Donato (1.928 m). Verso sud-ovest la Sila, si salda attraverso la valle del Corace, al massiccio del Reventino (1.417 m), che sovrasta il litorale tirrenico di Capo Suvero e la piana di Sant'Eufemia.

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Tra l'istmo di Catanzaro e il valico della Limina sorgono le Serre calabresi, tra cui spiccano quelle vibonesi con il Monte Pecoraro (1.423 m), che è la cima più alta. Le Serre si spingono a sud con un doppio allineamento montuoso fino a congiungersi direttamente con l'acrocoro dell'Aspromonte, la cui vetta più elevata è il Montalto (1.956 m); Fra le piane di Lamezia Terme e Gioia Tauro, a sud-ovest di Vibo Valentia, si erge il gruppo del Monte Poro (710 m). La pianura più estesa è quella di Sibari, situata a nord-est della regione. La principale risorsa turistica calabrese è il mare, con una costa di 780 chilometri affacciata sui mari Tirreno, Ionio e Stretto di Messina. Tra le città dell'entroterra regionale, Cosenza conserva un considerevole patrimonio storico e artistico. Il turismo montano si sviluppa soprattutto nei rilievi e nei parchi nazionali della Sila, dell'Aspromonte e del Pollino, dove sono presenti le stazioni sciistiche di Camigliatello, Lorica, Gambarie e Zomaro.

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Secondo il mito, Aschenez, pronipote di Noè, mercante semita ed inventore della barca a remi, giunse tre generazioni dopo il diluvio universale sulle sponde dove fu fondata Reggio. Più tardi, secondo il mito greco, circa 850 anni prima della guerra di Troia, vi sarebbero dunque giunti Enotrio e Peucezio (riportato anche come Paucezio), di stirpe enotria e pelasgica, originari del Peloponneso, in Ausonia, abitata già dagli Ausoni. Secondo la leggenda Enotrio avrebbe regnato per 71 anni e alla sua morte gli sarebbe succeduto il figlio Italo ("uomo forte e savio" secondo quanto narra Dionigi di Alicarnasso) che regnò su una popolazione "Italòi" che occupavano la penisola nella zona situata a sud dell'Istmo di Catanzaro, che oggi sono le province di Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria, dalla quale l'Ausonia avrebbe preso il nuovo nome di "Italia", come riportano Tucidide ("quella regione fu chiamata Italia da Italo, re arcade") e Virgilio (Eneide, III). Sappiamo comunque da Dionigi di Alicarnasso e Diodoro Siculo che gli "Ausoni" (abitanti dell'Ausonia) erano stanziati nella zona di Reggio già intorno al XVI secolo a.C..

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