Sale Marino di Trapani IGP, l'oro bianco
Di aspetto moderno con strade rettilinee ma strette nei nuclei più antichi; larghe e a scacchiera nella parte moderna, Trapani è una città della Sicilia.
Il suo centro abitato è una striscia di terra situata tra due mari. A Nord il mar Tirreno e a Sud il Mediterraneo. L'aria e l'atmosfera del mare si respira ovunque.
Altra sua caratteristica peculiare è la periferia, dove si trovano le saline che si estendono a Sud della città, con i tipici mulini a vento usati per macinare il sale.
In quest'area si produce il Sale Marino di Trapani IGP, ottenuto con il metodo della precipitazione frazionata dei composti e degli elementi contenuti nell'acqua marina per evaporazione dell'acqua di mare.
Caratteristiche
Ha colore bianco e cristalli consistenti con grani di diverse dimensioni. Non deve avere: additivi, sbiancanti, conservanti e/o antiagglomeranti. Ha un contenuto in cloruro di sodio minimo del 97%.
Il sale prodotto dalle saline di Trapani essendo tra i più ricchi di magnesio, annovera tra le sue qualità la massima solubilità.
Il Sale Marino di Trapani IGP è un prodotto integralmente naturale: è ottenuto senza l'utilizzo di sostanze chimiche, risultando un sale particolarmente puro e per questo molto apprezzato dalle industrie conserviere italiane ed europee.
Fasi di produzione
Le saline si dividono in quattro grandi ordini di vasche comunicanti tra loro, dove avviene un lento processo di evaporazione e trasformazione delle acque marine.
Le vasche della prima area, che è la zona a contatto con il mare, si chiamano "fridde", le vasche delle due aree intermedie si chiamano "di coltivo" e "caure" e l'ultima, quella dove finisce la graduale fase di trasformazione, si chiama "salante" o "cristallizzante".
La raccolta avviene manualmente oppure tramite l'utilizzo di strumenti meccanici. Il sale raccolto manualmente è conservato, mediante la copertura invernale con "coppi" di terracotta, affinché lentamente possa liberarsi dell'umidità residua.
In seguito avviene la "scrostatura"; la crosta superiore di ogni cumulo è eliminata per la profondità di 1-2 cm, prima del trasporto negli stabilimenti di condizionamento e confezionamento.
Le tecniche di lavorazione prevedono: il lavaggio controcorrente in acqua satura di sale, la centrifugazione, la macinazione meccanica in mulini di pietra locale o a rullo di acciaio inox, l'essiccazione in forni con temperature fino a 250°C e vagliatura meccanica.
Zona di produzione
L'area d'elezione comprende i territori dei comuni di Trapani, Paceco e Marsala (Provincia di Trapani).
La bassa piovosità dell'area (mediamente inferiore a 500mm annui), la sua elevata ventosità, e gli alti livelli di insolazione sono precondizioni essenziali per un rendimento elevato nella produzione di sale marino.
L'orografia dei terreni prospicienti la costa, bassi e in qualche caso addirittura in leggerissima depressione rispetto al livello medio del mare, insieme alla natura dei suoli, di elevata impermeabilità, contribuisce a rendere l'area vocata alla produzione di sale marino.
Fra gli altri incide anche la posizione geografica, in un'area con presenza insignificante di immissioni di acqua dolce e forti correnti.
A ciò si aggiunga l'effetto della componente biologica (presenza di un batterio denominato Halobacterium trapanicum) che conferisce specificità locale alla produzione del sale marino.
Cenni storici
Proprio le condizioni favorevoli suggerirono ai Fenici (VIII sec. a.C.) l'impianto delle prime saline che la storia ricordi. Definito al tempo "oro bianco", per tutto il primo millennio a.C. il popolo fenicio ne detenne il monopolio.
Solo nei sec. XV e XVI si ha uno sviluppo notevole delle attività di estrazione del sale. Ancora oggi alcune saline sono pienamente attive, definitivamente salvate dal degrado.
Il tutto grazie alla sensibilità di privati, WWF e azienda per il turismo di Trapani che ha recuperato alcuni mulini a vento, come archeologia industriale.
Uno dei mulini a vento, quello in contrada Nubia (a Paceco), è sede del Museo del Sale; un luogo dove vengono conservati gli attrezzi da lavoro dei salinai e nel quale si ritrovano i segni di una cultura materiale il cui patrimonio etno-antropologico è di inestimabile valore.
Fino agli anni '60 la coltivazione del sale era in piena attività e il prodotto era esportato in tutta Europa fino in Norvegia, ma dopo ha vissuto un periodo di temporaneo declino per la concorrenza del salgemma.
Solo dopo il 1973, anno dell'abolizione del Monopolio di Stato, si registrano segnali di ripresa. Il sale, alimento così "normale" e necessario, è quasi un elemento della nostra quotidianità e della nostra identità socio-culturale.
Consorzio per la valorizzazione
del Sale Marino di Trapani IGP
Zona Industriale Ronciglio
91100 Trapani
Fax: +39 0923 549344