Vulture DOP, l'olio del monte
Il Vulture, nella Basilicata settentrionale in provincia di Potenza, è un territorio dominato dal profilo del massiccio del Monte Vulture (1326 m), un vulcano non più attivo già da epoche protostoriche, ma che non può ancora, a rigore scientifico, definirsi "spento".
Il Vulture conserva un ricco patrimonio ambientale con la presenza di boschi, sorgenti, torrenti sub-montani e aree da pascolo. La natura lavica del suolo e del sottosuolo, oltre a renderlo particolarmente ricco di acque minerali, naturalmente effervescenti, permette anche la coltivazione della vite e dell'olivo sulle colline argillose dalle forme sfumate.
Da questo territorio dalla forte identità paesaggistica e ambientale combinato al microclima omogeneo, si ricava l'Olio Extravergine di Oliva Vulture DOP.
L'olio è ottenuto dalla frangitura delle olive delle seguenti varietà: per almeno il 70% cultivar "Ogliarola del Vulture"; possono concorrere altresì le seguenti varietà: Coratina, Cima di Melfi, Palmarola, Provenzale, Leccino, Frantoio, Cannellino e Rotondella, in misura non superiore al 30%, da sole o congiuntamente.
Caratteristiche
Ha un colore giallo ambrato con riflessi verdi. L'odore è fruttato medio con odore di pomodoro e il sapore è fruttato medio di oliva matura dal gusto dolce mandorlato, leggermente amaro con una lieve nota di piccante.
Il Vulture DOP è particolarmente ricco di polifenoli e questa caratteristica sembra essere correlata al clima piuttosto freddo della zona di produzione.
Possiede anche singolari qualità organolettiche che lo differenziano nettamente da altri oli, dimostrate da una ampia documentazione storica e dovute in particolare alla secolare dedizione degli olivicoltori e frantoiani del Vulture che hanno saputo legare questa produzione alle particolari condizioni pedoclimatiche della zona di produzione.
La sua specificità è infatti il risultato anche di un connubio ambientale ed agronomico che lo vede "sposato" con la vite Aglianico.
Entrambi traggono dai terreni di origine vulcanica e dal microclima omogeneo le caratteristiche che li rendono unici. Ed entrambi sono da sempre legati sia nella tradizione culturale che gastronomica di questa zona della Basilicata.
Territorio
I terreni coltivati a oliveti occupando le pendici del monte Vulture sono quasi tutti in pendenza e raggiungono la zona limite dove per l'altimetria e le condizioni climatiche è consentita la sopravvivenza dell'olivo.
Le olive devono essere prodotte e trasformate nell'intero territorio amministrativo dei comuni di Melfi, Rapolla, Barile, Rionero in Vulture, Atella, Ripacandida, Maschito, Ginestra e Venosa.
Il territorio delimitato si estende fra un'altitudine s.l.m. tra i 400 e i 700 metri e ha un microclima particolare, caratterizzato da inverni in genere lunghi e freddi, ed estati brevi e spesso secche.
La coltivazione degli oliveti deve essere quella tradizionale, tipica della zona, tale da conferire all'olio le specifiche caratteristiche qualitative e in particolare i sesti di impianto e le forme di allevamento sono quelli tradizionali in uso nella zona di produzione.
La potatura è manuale con la possibilità di utilizzare attrezzi pneumatici che agevolano le operazioni.
La produzione massima di olive non può superare le 8 tonnellate per ettaro. La resa massima in olio non deve superare il 20% del peso del prodotto conferito.
La raccolta deve essere effettuata a partire dall'inizio dell'invaiatura, fino al 31 di dicembre. La raccolta deve essere seguita manualmente tramite brucatura e pettinatura, o meccanicamente con agevolatrici e scuotitori: in ogni caso devono essere utilizzate le reti per agevolare la raccolta.
Tuttavia è vietata la raccolta delle olive cadute naturalmente sul terreno e quella sulle reti permanenti. E' vietato altresì l'uso di cascolanti.
Il trasporto delle olive al frantoio deve avvenire nella stessa giornata e la fase di conservazione delle olive nel frantoio deve essere limitata il più possibile, non superare le 24 ore e deve avvenire in modo da garantire la aereazione delle olive.
L'olio deve essere conservato nella zona di produzione, in locali poco illuminati, in serbatoi di acciaio inox o posture interrate rivestite in acciaio inox, piastrelle in gres porcellanato, vetro o vernice epossidica.
La temperatura di conservazione non deve superare i 18°C e non deve scendere al di sotto dei 10°C. La commercializzazione deve avvenire in contenitori di vetro o di banda stagnata di capacità non superiore a cinque litri. Inoltre il prodotto può essere confezionato in bustine monodose.
L'imbottigliamento deve avvenire nella zona di produzione per garantire il controllo, la rintracciabilità e per mantenere inalterate le qualità del prodotto.
Cenni storici
Nell'area del Vulture l'olivo è presente fin dall'antichità, come emerge dai diversi documenti storici reperibili presso l'Archivio di Stato di Potenza, dove sono conservate diverse statistiche e relazioni storiche che descrivono il territorio e la coltivazione dell'olivo.
Da questa documentazione si rileva inoltre la lunga tradizione della produzione di olio, nonché l'evolversi di questa produzione che, progressivamente, ha acquisito una sempre maggiore importanza nel contesto economico del territorio.